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8 luglio 2009 3 08 /07 /luglio /2009 17:14
Resistenze anarchiche in URSS
 negli anni 20 e 30






Abbasso il marxismo, abbasso la repubblica dei soviet,
Abbasso le cellule dei bolscevichi.
Crediamo fermamente alla violenza,
Alla solidarietà delle nostre canzoni e alle nostre baionette.
Abbasso, abbasso mormorano le foreste e le steppe,
Spezzeremko le catene del comunismo
E questo sarà la nostra ultima lotta.

[Canzone anarchica popolare... dei gulag]





Lo schiacciamento definitivo degli anarchici russi è comunemente datato al 1921. Quell'anno, il movimento Makhnovista è vinto dall'Armata Rossa e la Comune di Kronstadt, ultimo bastione dello spirito libertario del 1917, è annegato nel sangue da Trotsky e consorti.
La maggior parte delle opere che si occupano dell'anarchismo in Russia e della sua storia, si fermano a questa data o non trattano che molto superficialmente gli anni successivi, senza mai andare oltre il 1937, anno che vede la sparizione delle grandi figure della rivoluzione. Ma l'attività degli anarchici in URSS non ha mai cessato sino ai giorni nostri, benché molto ridotta e che spesso, a causa della natura stessa del regime sovietico, il suo teatro abituale fu la prigione o il gulag.
Dopo il 1921, ogni propaganda anarchica è severamente repressa, tranne alcune eccezioni tollerate dal regime e destinate a conferirgli un'immagine liberale: le librerie e le edizioni Golos Truda di Mosca e di Pietrogrado, la Croce Nera anarchica ed il museo Kropotkin. Le edizioni Golos Truda pubblicano così le opere complete di Bakunin e un libro di Alexis Borovoï sull'anarchismo in Russia. Il museo Kropotkin apre nel 1921, dopo la morte del celebre anarchico, nella sua casa di Mosca, su iniziativa di un gruppo di anarchici e della sua vedova. Infine una organizzazione, la Croce Nera, che ha come  scopo di fornire aiuti agli anarchici imprigionati, è anch'essa tollerata, ma la sua attività è molto debole. Le sue istituzioni sono autorizzate dal potere sovietico unicamente perché esso vi trova dell'interesse. Esse non esistono o non sono attive che a Leningrado e a Mosca, vetrine dell'URSS per l'estero.
In provincia niente è possibile: la letteratura anarchica, tollerata a Mosca, vi è proibita. Ad esempio, le opere di Kropotkin sono sequestrate a Jaroslav, dei libri di Golos Truda a Kharkov. La Ceka poi il G.P.U. li utilizzano per individuare più facilmente i simpatizzanti anarchici. Vi sono in permanenza degli informatori alla Croce Nera e tutti i visitatori del museo Kropotkin sono fotografati a loro insaputa [1]. Sia quel che sia, il loro margine di azione sarà sempre limitato. Nel 1926 Golos Truda pubblica un opuscolo per il 50° anniversario della morte di Bakunin con l'autorizzazione della censura. Ma alla sua uscita, il G.P.U. lo confisca e brucia. Uno dei membri di Golos Truda, Ukhin, è arrestato poi confinato a Tashkent per aver diffuso degli esemplari di questo opuscolo (il motivo esatto della condanna è "distribuzione di letteratura illegale" [2]. Con l'affermarsi del potere di Stalin , queste istituzioni legali a poco a poco diventeranno inutili. La Croce Nera è dissolta sin dal 1925 ed i suoi principali animatori imprigionati. Le librerie di Mosca e di Leningrado sono chiuse nel giugno del 1929 a seguito di una ondata di arresti che colpisce gli ambienti anarchici. Il motivo ufficiale di questa retata è la pubblicazione di un libro, La dittatura bolscevica ed il punto di vista anarchici [3]. Il museo Kropotkin è chiuso nel 1938, alla morte della sua vedova. Ma i suoi principali animatori erano già scomparsi durante le grandi purghe [4].
Parallelamente all'attività legale, un'attività clandestina prosegue malgrado la costante sorveglianza del G.P.U. Se ne trova l'eco per gli anni 1922-23 sia a Pietrogrado sia a Mosca nelle cronache della repressione, che si possono leggere nei giornali libertari esteri.
Nel 1924, un gruppo anarchico relativamente attivo esiste tra gli operai di Pietrogrado, ma deve cessare la sua attività quando la sua esistenza è scoperta dalla polizia politica [5]. Lo stesso anno, Nicolas Lazarevich organizza con qualche altro operaio anarchico un gruppo anarco-sindacalista alla fabbrica Dynamo di Mosca che pubblica molti volantini (contro gli abbassamenti dei salari, contro l'accordo economico tra l'Inghilterra e l'URSS, contro le campagne tayloriste, presentando sempre un'alternativa sindacalista-rivoluzionaria). I volantini sono diffusi la notte sui banchi da lavoro delle officine, incollati sui manifesti ufficiali, letti in pubblico o trasportati sotto il mantello. Il gruppo è infine individuato e smantellato dagli arresti [6]. Anche in provincia, un'attività clandestina persiste. In Ucraina, esistono  molti gruppi a quest'epoca nelle città e tra i contadini, Alcuni pubblicano dei volantini. Nel 1924, il "Gruppo di anarchici del sud della Russia" fa giungere un lungo documento sulla situazione ai loro compagni esiliati. È la loro sola attività conosiuta [7]. Questa debole propaganda sembra quindi aver avuto qualche risultato: l'ondata di scioperi che scuote Mosca e Pietrogrado nell'agosto e settembre del 1923 è dovuta in gran parte ai menscevichi, ma in molti casi agli anarchici.
Come regola generale, i gruppi di cui conosciamo l'esistenza sono quelli scoperti dalla polizia segreta. Ne smantellerà sino agli inizi degli anni trenta, e in seguito ci sarà un'interruzione di una quindicina di anni. Nel 1925, un gruppo anarchico composto di sarti è esiliato da Mosca per aver condotto una lotta contro gli "specialsiti" di una fabbrica, protestando essenzialmente contro gli alti salari attribuiti a quest'ultimo [8]. Alla fine dell'estate del 1926, un gruppo di molte decine di anarchici viene arrestato a Leningrado per propaganda illecita [9]. Nel maggio del 1928, una cinquantina di operai libertari della stessa città sono arrestati in seguito alla circolazione di un volantino anarchico [10]. Nel 1930, un gruppo anarchico è smantellato a Tcheliabinsk: disponeva di una tipografia clandestina che pubblicava dei testi anarchici, stranieri soprattutto e intratteneva delle relazioni con l'estero [11].
Esiste inoltre una notevole attività individuale. In occasione dell'affare Sacco e Vanzetti, sfruttato a fondo dalla propaganda comunista, alcuni anarchici si manifestano: Nicola Beliaeff e Arterne Pankratoff, in esilio a Qyzylorda nel Turkestan, sono tratti in arresto poi deportati in Siberia, per aver preso la parola in un meeting. Essi protestavano che un campo dell'aviazione fosse stato chiamato con i nomi di Sacco e Vanzetti, quando gli anarchici erano imprigionati e perseguitati [12]. Un altro anarchico, Warchavski, è imprigionato alla stessa epoca perché possiede degli opuscoli, editi clandestinamente in occasione della loro esecuzione, che denunciavano lo sfruttamento del caso da parte del regime sovietico. Si conosce anche l'attività di Ivan Kologriv, scaricatore di porto anarchico condannato nel 1930 per agitazione antimilitarista [13].Nel 1931, Bestoujev, anarchico bolscevico (cioè sostenitore critico del regime) è licenziato dalla sua impresa, perché rifiuta, conformemente alle sue opinioni anarchiche, di partecipare all'elezione del soviet locale [14].
L'attività di anarchici in libertà non supera l'inizio degli anni 30. Prima delle stesse grandi purghe staliniane che decimeranno i rivoluzionario (e non soltanto essi), le sole informazioni che riescono a filtrare in URSS riguardano gli anarchici che sono in prigione o in esilio. E quando, di nuovo, un'attività anarchica avrà luogo fuori dai campi, verso la fine degli anni 40, sarà non concernerà più dei fatti riguardanti i veterani del 1917 ma, al contrario, giovani nati nella Russia sovietica.
Il sistema repressivo collaudato dai comunisti ha naturalmente portato la maggior parte dei militanti anarchici attivi in prigione, in deportazione o in esilio. Ma essi non hanno abbandonato la lotta, anche se lo scopo non era più la rivoluzione, ma la resistenza all'arbitrio penitenziario. Essi partecipano, insieme alle correnti socialiste della Rivoluzione, socialisti rivoluzionari e socialdemocratici, alla lotta per conservare i vantaggi dello statuto di prigioniero politico ereditato dallo zarismo: niente lavoro forzato, corrispondenza libera, circolazione libera nel campo ad ogni ora del giorno e della notte.
A partire dal 1921, i prigionieri politici vengono internati alle isole Solovki, nel mar Bianco, in un antico monastero. Sono radunate qui tutte le correnti politiche perseguitate all'epoca e dunque numerosi anarchici. Essi hanno in quest'epoca lo stesso statuto dei tempi dello zarismo. Nel dicembre del 1923, quando l'arcipelago è tagliato fuori dal resto del mondo dall'inverno, alcuni diritti sono soppressi: limitazione della corrispondenza e diverse altre cose, di cui soprattutto il permesso di uscire dagli edifici dopo le sei di sera. Come forma di protesta, dei volontari socialisti rivoluzionari ed anarchici progettano di uscire sin dal primo giorno dopo le sei di sera. Ma prima della stessa ora del coprifuoco, i soldati sparano sui prigionieri che stanno fuori. Si contano sei morti e diversi feriti. Dopo questo "incidente", il regime politico viene mantenuto. Alla fine del 1924, nuove minacce pesano sullo statuto politico. Tutte le frazioni politiche si accordano di nuovo per esigere l'evacuazione dall'arcipelago prima dell'arresto della navigazione, minacciando di effettuare uno sciopero della fame collettivo. Mosca respinge l'ultimatum e lo sciopero comincia. Tutte le persone valide lo effettuano. Dei medici scelti tra i detenuti sorvegliano ogni scioperante della fame. Ma le autorità che sono indifferenti a questo sciopero si accontentano ad aspettare. Dopo quindici giorni, dei dissensi si fanno sentire tra i partecipanti che sono numerosi e le correnti diverse. Un voto segreto si pronuncia per la fine dello sciopero. Non è una vittoria, senza essere una sconfitta: il regime politico sarà mantenuto [15].
Durante la primavera del 1925, le Solovki sono evacuate. Nei fatti, si tratta di una manovra delle autorità per spezzare la resistenza. Gli "starostats" (prigionieri eletti per ogni frazione politica ed incaricati di parlamentare con le autorità) sono internati nei campi di solamento di Tobolsk, mentre il resto dei prigionieri è incarcerato nei campi di isolamento di Verkhny-Uralsk. La Ceka applica la norma "dividere per regnare" moltiplicando i luoghi di detenzione: oltre Tobolsk e Verkhny-Uralsk, esistono altri campi di isolamento politici a Iaroslav, Verkhné-Udinsk Suzdal, in più le isole Solovki sono riutilizzate come campo sin dal 1926, senza contare i numerosi luoghi di deportazione o di relegazione in Siberia o in Asia centrale [16]. Possediamo alcuni dati numerici su queste prigioni: vi erano a Verkhny-Uralsk, nel 1927, 200 prigionieri di cui 80 socialdemocratici, 60 anarchici e 38 socialisti sionisti, il resto era apartitico. A Verkhny-Uralsk, nel 1928, sono internati 189 detenuti di cui 30 anarchici. All'arivo di Ciliga in questa prigione nel 1930, si rilevano 140 comunisti (trotskysti) contro 50 anarchici e socialisti. Alla sua partenza nel 1933, vi sono 180 comunisti contro 80 anarchici e socialisti [17].
La storia della resistenza anarchica nelle prigioni non è più che una successione di provocazioni dell'amministrazione penitenziaria e di repressioni. Nel 1926, Grigoriev, contadino anarchico, tenta di suicidarsi con il fuoco perché non sopporta più d'essere isolato in una cellula e di essere privato da ogni attività. Uno sciopero della fame di sette giorni è portato avanti da altri detenuti, invano, affinché sia messo nella stessa cellula dell'anarchico Kalimassov. Grigoriev riuscirà al suo secondo tentativo  di suicidio [18]. Lo stesso anno, a Tobolsk, i guardiani provocano gli anarchici della cellula n°6 rifiutando loro di condurli ai lavandini come ogni mattina. Per protestare, nel pomeriggio essi rovesciano le tinozze piene in corridoio. La cellula si dichiara collettivamente resposabile di quest'atto, tutti vengono puniti ed uno sciopero della fame ha inizio. Il nono giorno, il direttore revoca la punizione, ma poiché occorrono dei colpevoli, due prigionieri vengono trasferiti a Mosca. Essi pagano per gli altri: accusati di disobbedienza, sono inviati alle Solovki [19]. Questi due esempi tra tanti altri illustrano perfettamente il clima che regnava allora nelle prigioni sovietiche.
La maggior parte dei detenuti evacuati dalle isole Solovki nel 1925 si è ritrovata a Verkhny-Uralsk. La resistenza per il mantenimento dello statuto politico prosegue, malgrado le sconfitte: la circolazione tra le cellule è vietata; gli "starostats" vengono rieletti, ma essi non possono più entrare in contatto con i detenuti di altre cellule oltre la loro. La divisione ostacolò la lotta. Verso il 1928, un nuovo sciopero della fame ha luogo in seguito ad un incidente. Ma l'atmosfera non è più la stessa che alle Solovki. Un'intervento delle guardie, che percuotono gli scioperanti, provoca la fine del movimento che non ha ottenuto nulla [20]. Nell'aprile del 1931, una sentinella spara su un detenuto trotskysta in piedi davanti alla finestra della sua cellula e lo ferisce gravemente. I 150 detenuti comunisti iniziano uno sciopero della fame ed alcuni anarchici si associano per solidarietà. In capo ad una settimana, lo sciopero è sospeso per lasciare il tempo a Mosca di rispondere alle rivendicazioni. La risposta non giungendo in capo a due mesi, il movimento riprende e dopo undici giorni termina vittoriosamente. Ciliga, che ha partecipato a questo sciopero, menziona anche altri due tentativi di lotta nell'estate del 1929 e nel febbraio del 1930 che sono stati repressi con la forza ed un altro ancora nel maggio del 1933, represso anch'esso. Egli parla degli anarchici come di prigionieri pronti a sostenere non importa quale gruppo per lottare contro l'amministrazione. È tra di loro che vi erano più decessi durante gli scioperi della fame [21].
I magri vantaggi che restano ai prigionieri politici si sfilano progressivamente. Sin dal 1934 ad esempio, i libri proibiti da molto tempo in URSS, ma ancora tollerati nelle prigioni politiche, sono confiscati: Trostsky, Bakunin, Kropotkin per quel che riguarda gli autori politici [22]. Nel gennaio del 1937 si svolge nel campo d'isolamento di Iaroslav l'ultimo sciopero della fame collettivo dei prigionieri politici delle Solovki. Gli ultimi superstiti presentano le loro rivendicazioni di sempre: elezioni di "starostats", libera circolazione tra le cellule, ecc. Dopo quindici giorni di sciopero, essi vengono nutriti artificialmente, ma ottengono alcuni vantaggi che saranno sottratti alcuni mesi dopo. È l'ultima manifestazione collettiva degli anarchici, dei socialisti-rivoluzionari e dei socialdemocratici imprigionati durante la rivoluzione [23].
La solidarietà tra gli anarchici e le correnti socialiste è molto forte in prigione come al confino. Questa lunga lotta condotta unitariamente per quasi quindici anni ne è la prova. Vi sono altri casi di aiuto reciproco: ad esempio a Tchimkent, sino all'inizio degli anni 30, i relegati socialisti-rivoluzionari, socialdemocratici ed anarchici alimentano una cassa segreta per i loro compagni del Nord. In effetti, se si trova facilmente del lavoro a Tschimkent, anche quando si è relegati, è del tutto differente nel nord siberiano dove numerosi deportati non hanno alcun mezzo di sussistenza [24].

 

 

Iztok N°1 e riedito dai Cahiers du vent du ch'min



NOTE

[1] La situation actuelle en Russie, [La situazione attuale in Russia], in: Revue anarchiste, 1924.
[2] Le Libertaire, 10-6- 27.

(3) Le Libertaire, 12-10-29.
(4) La situation actuelle en Russie, Paul Avrich, Les anarchistes russes, [Gli anarchici nella rivoluzione russa, La Salamandra, Milano, 1976].
(5) La situation actuelle en Russie.
(6) Nicolas Lazareviteh, Ce que j'ai vécu en Russie [Quel che ho vissuto in Russia].
(7) La situation actuelle en Russie.
(8) Le Libertaire, 9-10 25.

(9) Le Libertaire, 21 4 27.

(10) Le Libertaire. 10 8 28.
(11) Anta Ciliga. Au pays du mensonge déconcertant [Nel paese della grande menzogna, Jaka Book, Mialno].
(12) Le Libertaire, 01 5 28.

(13) Le Libertaire, numero speciale, febbraio 1931.

(14) Le Libertaire, 24 4 31.
(15) Alexandre Soljénitsyne, L'archipel du goulag, [Arcipelago Gulag, Mondadori, Milano].
(16) Le Libertaire, 20.5-27.
(17) Idem e Ante Ciliga, Nel paese della grande menzogna.
(18) Le Libertaire, 04 3 27

(19) Le Libertaire, 27-5-27.
(20) Arcipelago Gulag.

(21) Nel paese della grande menzogna.
(22) Idem. (23) Arcipelago Gulag.

(24) Idem.



[Traduzione di Ario Libert]

 


LINK al post originale:
Résistence anarchiste en URSS 1920-30



LINK pertinenti alla tematica trattata:

La vera storia delle Olimpiadi popolari di Spagna del 1936
La guerra dei socialismi
La rivoluzione di novembre
Resistenze anarchiche in URSS negli anni 20 e 30
La Makhnovishina
La rivoluzione spartachista

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