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12 giugno 2010 6 12 /06 /giugno /2010 06:00

Federica-Montseny.jpgPresentiamo un simpatico breve saggio, scritto dall'anarchica Federica Montseny, che fu anche ministro alla Sanità nel governo Largo Caballero, prima donna ministro in assoluto nella storia della Spagna. Si tratta di un testo tratto dal secondo tomo di un'opera che raccoglieva i manifesti di propaganda sia della rivoluzione in Spagna sia della resistenza in esilio al regime fascista di Franco, ed edito nel 2007 dalle Éditions Libertaires. Il primo tomo era uscito nel 2005. Alcuni scritti di Camus, Nos Frères d’Espagne (1944)  e di Breton (1952) e che presto tradurremo per La Tradizione Libertaria,  erano anch'essi raccolti nel volume in questione.

 

 

    

Proiezione permanente di Cervantes, attraverso i secoli

 

 

Cervantes--02.jpg

 

 

di Federica Montseny

 

Tra il 1944 ed il 1960, numerose illustrazioni libertarie (ed antifranchiste) rappresentano il Don Chisciotte (spesso senza Sancho Pança).  Questa iconografia è disorientante per via dell'immagine di questo cavaliere che lotta invano contro dei mulini a vento che è per lo meno ambigua. È Don Chisciotte o il suo autore Cervantes che gli antifranchisti valorizzano?

 È stato detto che soltanto due libri tradotti in quasi tutte le lingue del mondo, studiati e trasmessi di generazione in generazione avevano raggiunto l'immortalità: la Bibbia e L'ingegnoso Hidalgo Don Chisciotte della Mancia. È quasi inconcepibile che Don Chisciotte, considerato ai suoi tempi come un semplice libro della cavalleria errante, possa essere diventato il "best seller" costante che conosciamo.

 Se sin dalla sua apparizione, la Bibbia voleva essere, ed è stata, in un certo senso, la spiegazione delle origini dell'Uomo, della preistoria e della storia, Don Chisciotte, questo capolavoro fondamentale del pensiero di Cervantes, è stato e rimane, lo spirito dell'avventura, della lotta per la giustizia e dell'esaltazione della persona umana.

Se, in alcuni capitoli, il Don Chisciotte presenta delle caratteristiche un po' rozze se presenta anche l'immagine dell'uomo illuminato dalle creazioni del suo spirito, l'insieme non ne costituisce non di meno il simbolo delle lotte, delle trasformazioni e delle tragedie vissute da Cervantes e da tanti altri uomini, che sin dal Medioevo hanno, con il loro coraggio e la loro intelligenza, segnato l'irraggiamento dei secoli futuri.

Cervantes ha descritto molto spesso il suo eroe con forme ridicole; ad esempio, quando, egli entra in lizza per affrontare i mulini a vento che si profilano all'orizzonte e che egli attacca, convinto che si tratti di nemici particolarmente pericolosi. Tuttavia, accanto ai suoi aspetti comichi- tratteggiati comunque con maestria, per facilitare la pubblicazione della sua opera ed evitare di cadere nelle mani dell'Inquisizione- il Don Chisciotte costituisce una fonte inesauribile di riflessione filosofica; afferma il diritto all'indipendenza ed alla libertà. 

 

   CENIT 1952-Donquichotte

 Cenit, rivista di sociologia e letteraria, edita dalla CNT in esilio


Il pensiero di Don Chisciotte è allo stesso tempo sottile e profondo, benché, a tratti, esso, a momenti, ci sembri un po' folle. Il suo creatore ebbe la saggezza di aggiungergli- come un simbolo della prudenza e del buon senso popolare- l'inimitabile Sancho Panza. Sancho rappresenta il popolo che, a tentoni, cerca di conoscere la verità, la realtà delle cose, anche se, a volte, questa realtà lo trascina verso le fantasticherie eroiche  dell'ingegnoso Hidalgo! Molte verità che Don Chisciotte (Cervantes) non poteva affatto dire (e per validi motivi), le faceva dire a Sancho. Sono espressioni popolari, rozze, molto in accordo con lo schietto linguaggio del popolo dell'epoca.

La perspicacia di Cervantes ha dovuto essere profonda, e grande è dovuta essere la sua abilità affinché il suo capolavoro resistesse alla prova dei secoli e si facesse conoscere in tutto il mondo al punto da diventare un esempio di comportamento per gli uomini ed un modello per la cultura mondiale. Abbiamo pensato che il Calendario della SIA si sarebbe onorato arricchendosi della presenza di Cervantes ed evocando la sua opera, quell'opera costituente un elemento di base della conoscenza della letteratura spagnole e dello sviluppo del pensiero umano.

Facendo astrazione degli anacronismi che i secoli vi hanno portato, conviene conoscere questo libro, per meglio comprendere come si è creata la letteratura spagnola.

Cervantes è anche l'autore di una serie di racconti, pubblicati con il titolo di Novelle esemplari. Ognuna di queste novelle è un ritratto della vita dell'epoca, una presentazione delle idee del "mancese di Lepanto" ed una critica dei pregiudizi sociali e religiosi del suo tempo.

 

Cervantes, calendario SIA, 1963  Calendario SIA

 

 

Cervantes, pacifista per eccellenza, nemico della forza bruta incarnata dal potere politico-finanziario che, nel suo tempo, era accaparrato dai re ed i grandi di Spagna, affronta questo potere con le soli armi che sono le sue e che si rivelano essere temibili: la sua immaginazione e la sua intelligenza, esse si esprimono ammirevolmente, nei personaggi che ha creato.

La vita di Cervantes fu triste e ricca in miserie ed in preoccupazioni di ogni genere. Gli scrittori della sua generazione, considerati di grande valore, non degnavano nemmeno di leggere il suo capolavoro. Lo consideravano semplicemente come un volgare libro di cavalleria. Il che pregiudica il prestigio di Cervantes, poiché ad esempio, Calderon de la Barca e Lope de Vega (che, essi, conobbero la celebrità) non gli rivolsero che delle critiche malevoli. Nessuno può porre in dubbio il valore di La vita è sogno, di Calderon, in cui fermentano pensieri esemplari. Ma, di tutti i grandi scrittori spagnoli, non ve n'è che uno che ha dato prova di questa immensa immaginazione, sempre molto equilibrata, è Cervantes.

Crediamo che sarebbe mancato qualcosa di essenziale, alla storia del Calendario del SIA se Cervantes, il suo Don Chisciotte ed il suo Sancho Panza non avessero avuto il loro posto.

Ne siamo il riflesso, noi tutti, uomini e donne, che abbiamo faticato per vivere e lottare per la libertà, la dignità e la giustizia.

 

 

Federica Montseny

 

[Traduzione di Ario Libert]

 

 

Affiches.jpg

Testo tratto da: "Les affiches des combattant-e-s de la Liberté 1936 - 1975", [I manifesti dei combattenti e delle combattenti della libertà 1936-1975], 2007, Tomo 2.


LINK al post originale:

 Don Quichotte ou Cervantès icône de la lutte contre la dictature franquiste?

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