23 febbraio 2010
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Come ho conosciuto Franz Kafka

di Michal Mareš
Un idiota è un idiota; due idioti sono due idioti. Diecimila idioti sono un partito politico.
Franz Kafka



-Nel marzo 1911 commemorazione della Comune Parigina (locanda Alla città di Praga, Weinberge). -Alcune conferenze su Malthus.
-1911 una riunione contro la guerra, in cui le madri furono invitate a non mettere al mondo figli per protesta.
-1912 manifestazione di protesta (Alla città di Praga) contro [205] l'esecuzione del capo operaio parigino Liabeuf. La riunione fu sciolta, ma i partecipanti si opposero, con bicchieri di birra, bastoni e coltelli, alla polizia che fece irruzione all'arma bianca. Molte persone furono arrestate, anch'io mi trovai tra loro. Al commissariato di polizia ci furono scene tumultuose, finché Kafka comparve d'improvviso per garantire della mia "innocenza", con la sua testimonianza. Il funzionario in carica, evidentemente un conoscente di Kafka del tempo dell'università, disse che ci sarebbe stata solo una multa di cinque fiorini o un giorno di arresto per semplice inosservanza, ma Kafka volle versare subito la cauzione, infilandomi, dopo il mio rifiuto, i soldi nella tasca del cappotto [...]. In generale Kafka si dimostrò sempre un benevolo mecenate, contribuendo ad ogni manifestazione con cinque corone; per contraccambiare con un piccolo dono, una volta gli diedi di nascosto un esemplare, salvato dalla confisca, dei Discorsi di un ribelle di Kropotkin.
In tali manifestazioni Kafka, frequentatore discreto e solitario, era solito ascoltare attentamente in qualche posto, in disparte. Le manifestazioni indette dal Klub mladých erano rivolte principalmente contro le correnti militaristiche e clericali, quelle dell'associazione Vilem Köber, invece, contro l'oppressione politica ed economica dei lavoratori. A ciò si aggiungevano questioni sindacali che erano propagate con intendimenti sindacalistici dal Movimento anarchico ceco [...]. A queste serate veniva spesso anche Rudolf Illowý con un gruppo di studenti marxisti e di esiliati russi (che avevano il loro club, chiamato Biblioteca Tolstoj). Tutti questi cuori ribelli si intendevano bene anche se spesso avvenivano violente discussioni.

Per quanto ne so, Kafka non era membro di nessuno dei club citati, ma, simpatizzava molto con essi, uomo di profondi sentimenti sociali qual era. Egli ebbe un grande interesse per queste riunioni, ma non intervenne mai personalmente nei dibattiti.
urante la mia amicizia con Kafka, dal 1919 al 1923, ci scrivemmo sempre in ceco. Tutti quei numerosi saluti e notizie, ad [206] eccezione di una cartolina postale, sono andati perduti nelle perquisizioni domiciliari, avvenute a suo tempo.
Solo una volta ho visto Kafka ridere di cuore: da Jaroslav Hašek.
Il buon soldato Švejk non era ancora nato quando Hašek aveva già la fama di uomo in gamba in centinaia di bettole praghesi. Ma in due locali si mise particolarmente in vista: un ristorante do periferia con giardino a Zizkov e ancor più il Kabaret Balkan, allora, sino allo scopiio della guerra mondiale covo di letterati, artisti, musicisti, attori con il loro seguito. Non era richiesto un biglietto d'entrata, ma spesso avevanoluogo aste di schizzi, quadri e anche manoscritti e il ricavo veniva speso subito in allegria. Ci portai Franz Kafka, modesto e riservato come sempre, che vi conobbe non solo Hašek, ma anche alcuni scrittori cechi, poi divenuti celebri: S. K. Neumann, Karel Toman, Frána Šramek e Gellner, il pittore Brunner e lo scultore Štursa, una compagnia di mattacchioni. A kafka piacque molto, e così il programma, artisticamente notevole e sempre vario. Riservato e spesso quasi chiuso, egli contemplava l'animazione con un dolce sorriso, come faceva incontrando dei conoscenti, sempre con una lieve ombra di tristezza. [207].

Sono passati molti anni da quel comizio e qualche perla dell'umorismo di Hašek può essermi sfuggita; ma allora Kafka, quest'uomo dal dolce sorriso, immerso in se stesso, rise sonoramente e di cuore; lo vidi ridere solo quella volta. E continuando a sorridere soddisfatto, ne parlò a Franz Werfel al Café Edison e poi anche al suo amico Max Brod [...]

Né voglio tacere dell'amore di Kafka per i bambini [...]. E anche nel nostro ultimo incontro, due mesi prima della sua morte, lo trovai che giocava a palla sull'Altstädter Ring con la sua nipotina di cinque anni [...] Mi salutò con una stretta di mano, calde, altrimenti così fredde. Non pensai ancora a un addio, eppure fu l'ultimo incontro con il grande poeta, sognatore e gentleman [211].
[A cura di Ario Libert]
LINK pertinente alla tematica:
Franz Kafka e il socialismo libertario