Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog
16 novembre 2012 5 16 /11 /novembre /2012 06:00

Poteri e potenze

nei mondi di Ursula Le Guin

 

René Fugler

 

Potere maschile, potere femminile

 

Il lettore convinto delle affinità libertarie di Le Guin cade qui in una perplessità giustificata. Senza dubbio, la figura del re rileva delle convenzioni di un genere che ci precipita in un universo pseudo-feudale. E il genere stesso confina con le storie fiabesche, in cui il re simbolizza solitamente l'equilibrio raggiunto e l'autonomia [23]. Più remotamente, il re come simbolo di concordia e di fertilità interviene nelle mitologie e leggende, celtiche soprattutto. Ciò non di meno troviamo attraverso l'opera, ciclo di Hain compreso, delle simpatie della scrittrice per le figure aristocratiche [24]. Si tratta d'altronde spesso di perdenti, di emarginati che resistono con dignità e coraggio all'avversità. Si può osservare che ciò accade più spesso nei romanzi d'esordio, e che tramite quest'immagine è avvertibile anche un'evoluzione. Il re dell'ultimo romanzo non si comporta affatto come un monarca.

Sullo sfondo, è avvertibile che il tema con un sinologo dell'equilibrio dei contrari, così ricorrente quanto quello della connessione, entra qui in gioco: anche a proposito di I reietti dell'altro pianeta, Hélène Escudié elabora l'ipotesi di un equilibrio tra sistemi "archici" e "anarchici". Un'ambiguità riguarda anche il pensiero che è una delle principali fonti delle idee della scrittrice sull'armonia e sulla complementarità dei contrari: il taoismo che lei cita come uno dei suoi riferimenti tra alcuni autori libertari [25]. Il principio del "non-agire", che orienta l'Ecumene nella sua politica di non-intervento, può rapportarsi alla stessa saggezza. Ursula Le Guin ha inoltre pubblicato lei stessa, in collaborazione con un sinologo, una traduzione del Tao Te Ching [26]. Le citazioni da questa raccolta di sentenze, sotto diversi appellativi, e anche delle citazioni o delle parafrasi, sono frequenti nei suoi libri.

Il problema è che passa per essere molto difficile da tradurre, dunque facile da interpretare... Alcuni vi vedono una prima espressione dell'anarchismo, sotto i tratti di un individualismo radicale che preconizza la volontà d'impotenza e respinge il potere con i suoi prestigi, le sue costrizioni, i suoi saperi. Altri lo considerano, a secondo della data che gli attribuiscono, come un testo destinato ai principi per insegnar loro "l'arte di governare senza che i sudditi sappiano che egli li tiranneggia" [27]. Senza dimenticare che sulla filosofia taoista originale è attecchita una religione ricca in superstizione e rituali magici. Non sarò io a darvene la soluzione.

L'evoluzione delle idee di Ursula Le Guin è particolarmente notevole per quel che concerne il ruolo delle donne.

Più di venti anni dopo La spiaggia più lontana, ritorna nell'arcipelago per quel che considera allora a torto come l'ultimo libro di Terramare [28] Tenar, la giovane sacerdotessa che ha fuggito il deserto di Atuan con Ged, si è installata sull'isola natale di quest'ultimo. Al tempo del racconto, essa vi ha già trascorso venticinque anni. Ged, prima di ripartire per altre imprese, l'aveva affidata al suo primo maestro, affinché le insegnasse a mettere in ordine e a sviluppare i poteri che essa traeva dalle Antiche Potenze. Lei vi ha rinunciato, non volendo più avere legami con le Tenebre. Sposata ad un fattore, ha avuto due figli, poi è diventata vedova.

È allora che ha salvato e adottato una bimba battuta e gettata nel fuoco dai suoi propri genitori, dei nomadi di passaggio. Cura il suo occhio ustionato e la sua mano atrofizzata. Ged, che ha perso tutti i suoi poteri nel suo sforzo di chiudere il varco tra il mondo dei vivi e quello dei morti, verrà a vivere con loro.

Un buon numero di pagine sono dedicate a dei dialoghi sui poteri comparati degli uomini e delle donne, con Ged - che pensa che quello di mago sia un mestiere da uomini - e le streghe Edera, la rigorosa, e Schiuma, la lunatica, che esalta i doni delle donne: "Ho delle radici, delle radici più profonde di quest'isola. Più profonde del mare, più antiche dell'emersione delle terre. Affondo nelle tenebre".

Bisogna qui, ancora e sempre, giocare il gioco della scrittrice nella trasposizione e la metafora. Non attenersi parola per parola per ritrovare l'eco e l'influenza dei dibattiti femministi degli anni 70 e 80. Se andava da sé, nelle convenzioni dei primi libri di Terramare, che la magia delle donne non poteva esercitarsi che in compiti subalterni, discreditate nell'opinione ("Debole come la magia femminile, velenoso come la magia femminile"), si passa ora ad una riconsiderazione, prima di saltare una nuova tappa, ancora simbolica. Se il fondamento della magia è il Linguaggio, quello dei veri nomi, è accessibile alle donne. Tenar già con il suo istruttore, riconosceva le parole antiche come se le avesse sempre pronunciate. Ed ecco che Therru, la bruciata, salva ora i suoi genitori adottivi, prigionieri di un allievo del mago malefico, chiamando il drago Kalessin. Quest'ultimo la riconosce e la saluta come sua figlia. Anche lei conosceva il Linguaggio.

 

Simbolica di una "femminizzazione"

 

Con questa "presa di parola", dice Hélène Escudié, questo romanzo traduce anche uno stato intermedio nel pensiero della Le Guin. "Le donne non hanno ancora raggiunto tutta la loro misura". Dieci anni più tardi, i sortilegi di Terramare trasportano sempre la scrittrice, che in due libri compie la "femminizzazione" del ciclo attraverso una vera revisione della storia dell'arcipelago [29]. In I venti di Earthsea, dove quattro donne sono al centro dell'azione, la giovane figlia bruciata, che si chiama oramai Tehanu secondo il "vero nome" che le ha rivelato il drago e che è anche un nome di stella, è sollecitata dal nuovo re ad intervenire contro un pericolo che si abbatte sulle isole: da un po' di tempo, dei draghi bruciano le messi e le fattorie e disperdono le greggi. Tehanu, ancora poco sicura dei suoi poteri, accetta di servire da interprete, più esattamente da intermediaria, tra gli umani e questi esseri temibili di cui lei condivide la natura. Essa ottiene innanzitutto una tregua, il tempo di scongiurare un altro pericolo che minaccia allo stesso tempo i draghi, gli uomini e l'equilibrio di tutte le cose, poi un patto di pace. Infine, ritroverà la sua propria integrità nello splendore di un corpo di drago e spiccherà il volo tra i venti di Earthsea.

I racconti di Terramare reinquadrano questa simbolica rivelandoci ciò che ignoriamo, o che non conosciamo che frammentariamente, delle storie e delle credenze dell'arcipelago. Ignoranza condivisa d'altronde dall'autrice, essa ci dice nella prefazione, e che la lasciano perplessa. "Il miglior mezzo per studiare un periodo storico che non esiste, è di raccontarlo e di scoprire ciò che è accaduto". Il primo dei racconti ci porta tre secoli in avanti rispetto al primo libro del ciclo, il secondo ci fa conoscere gli stregoni che hanno formato il maestro di Ged.

Un altro ci fa incontrare Ged al tempo in cui egli era Arcimago. L'ultimo narra i disordini esistenti alla scuola dei maghi - che non ammette che gli uomini - da Libellula, una futura donna drago: quella stessa che assisterà efficacemente Tehanu nelle sue trattative con i suoi fratelli (e sorelle) favolose. Il tutto termina con una descrizione di Terramare, studio politico, storico, linguistico e naturalmente etnologico. In cui veniamo a sapere che in origine non soltanto le donne erano anch'esse maghe, ma che sono loro in maggioranza che hanno fondato la scuola di Roke, per istituire un insegnamento etico della magia e un controllo etico del suo esercizio. Nell'età oscura in cui si affrontavano principi, piccole isole, città-Stato e signori della guerra, in cui i maghi stessi mettevano la loro scienza al servizio dei predatori quando non miravano essi stessi ad un proprio potere personale, esse avevano costituito, con degli uomini tuttavia, la Main, "una rete tenue ma solida di informazione, di comunicazione, di protezione e di sostegno".

Gli uomini, in seguito (dunque nei primi libri del ciclo...) riuscirono a eliminare le donne, come insegnanti e come allieve, della Scuola. Ma quest'ultima, e l'ordine che essa garantiva, non sopravviveranno, come narra I venti di Earthsea, che per l'intervento di due giovani donne, mediatrici tra il mondo della ragione e il mondo delle forze vitali.

Lascio l'ultima parola ai miei due commentatori. Per Hélène Escudié, la rappresentazione ossessiva, nell'opera di Ursula Le Guin, delle reti - al contempo "figura fondamentale dell'an-archia" e "forma privilegiata della socializzazione delle donne" - traduce una visione femminile del mondo e della letteratura. Gérard Klein giunge ad una conclusione simile, sostenendo che essa propone un mondo "senza sistema unificatore, senza dominazione, perché è una donna  che come tale l'affermazione ossessiva della potenza del fallo la riguarda meno". "Forse vuole suggerire indirettamente così ciò che potrebbe essere una cultura delle donne, acentrica, tollerante, staccata infine dal modello ripetitivamente conquistatore della cultura degli uomini".

 

René Fugler

 

[Traduzione di Ario Libert]

 

 

NOTE

 

[1] Robert Laffont, 1975; tr. it.: I reietti dell'altro pianeta, Editrice Nord, Milano, 1976. Vedere su questo libro in "Réfractions" il commento critico di Finn Bowring, "La liberté les mains dans les poches" [La libertà con le mani in tasca], n° 3, inverno 1998-99, p. 25-44) e la risposta di René Furth, "La liberté rien dans les poches" [La libertà niente nelle tasche], n° 5, primavera 2000, p. 129-131).

[2] Figlia del celebre antropologo Alfred Kroeber, si è aggiudicata cinque premi Hugo e sei premi Nebula, massimi riconoscimenti della letteratura fantastica.

[3] "Cronologia galattica" presa da Gérard Klein nella sua prefazione ad una raccolta di racconti: Ursula Le Guin, le livre d’or de la science-fiction, Presses Pocket, 1978, p. 12-13.

[4] Hélène Escudié, Ursula K. Le Guin, une Alchimie de l’Ailleurs [Ursula K. Le Guin, un'Alchimia dell'Altrove], tesi sostenuta a Strasburgo nel 2004 sotto la direzione di André Bleikasten, p. 38 (non edita).

[5] Prefazione alla raccolta di racconti Il compleanno del mondo, Robert Laffont, ailleurs & demain, 2006.

[6] Robert Laffont. 1971, p.153.

[7] Troviamo una replica ironica, se non cinica, e secondo Gérard Klein "post-moderna" dell'Ecumene e di Hain nell'universo creato dall'autore britannico Iain M. Banks: la Cultura è una società galattica, libertari, pacifista, edonista, attaccata a diffondere i suoi ideali attraverso i mondi, ma che, quando i suoi valori sono posti in causa o quando incontra nella sua espansione dei sistemi oppressivi e combattivi, non esita a far intervenire il suo servizio degli Affari Speciali che non retrocede davanti ad alcuna manipolazione o colpo gobbo... Con dei brillanti agenti divisi tra il piacere dell'azione e lo scrupolo morale. Pubblicato da Laffont, L'impero di Azad [The player of games]; Pensa a Fleba [Consider Phlebas]; La guerra di Zakalwe [Use of Weapons], ecc. sono stati ripresi in Livre de poche/science-fiction. Prefazione di Gérard Klein. A volte ineguale e complicato, è un ciclo nell'insieme molto eccitante.

[8] Ishi – Testamento dell'ultimo Indiano selvaggio dell'America del Nord, Plon, 1968, collezione Terre humaine, (2002).

[9] La nébuleuse du Crabe, la paramécie et Tolstoï, prefazione al volume delle edizioni Opta (1972) che raccoglie i tre primi romanzi (secondo l'ordine di pubblicazione) del ciclo di Hain: Il mondo di Rocannon, Pianeta dell'esilio, Città delle illusioni.

[10] Tesi citata, p. 169.

[11] Robert Laffont, 1979, riedito nel 2000 dopo La salvezza di Aka, con un saggio di Gérard Klein, Malaise dans la science-fiction américaine [Malessere nella fantascienza americana].

[12] Durante una discussione nel quadro del primo Simposio internazionale sull'anarchismo organizzato da Pietro Ferrua a Portland nella primavera el 1980 (L’Arc n° 91/92, "Anarchies", 2° trimestre 1984, p. 19: Ursula Le Guin, "L'anarchisme: idéal nécessaire" [L'Anarchismo: ideale necessario].

[13] Riedito in Livre de poche (science-fiction) nel 2003.

[14] La prima edizione di Always Coming Home [Sempre la valle] del 1985 era anche accompagnata da una cassetta in cui erano registrate le musiche, poesie e canti rituali di un popolo che si ritiene vivrà tra 20.000 anni fa (Escudié, p. 211). Traduzione francese presso Actes Sud, con il titolo La Vallée de l’éternel retour [La valle dell'eterno ritorno], 1994.

[15] Citazione ripresa (senza riferimento) nella presentazione del racconto "Alla vigilia della rivoluzione", scritta dopo I reietti dell'altro pianeta per spiegare le origini del pensiero che ispirava i creatori della società libertaria di Anarres (nella raccolta citata sopra del Livre d’or de la science-fiction, p. 333). Il racconto è inoltre dedicato a Paul Goodman. In un'altra trascrizione, di Marianne Enckell, del convegno organizzato al Symposium di Portland, cita anche Murray Bookchin per quel che riguarda la tecnologia dolce ("Science-fiction et anarchie" in Agora n° 2 (Tolosa, estate 1980).

[16] Città delle illusioni, tr. it. di City of illusions, Opta, 1972.

[17] Verso il 4370, per attenermi alla cronologia utilizzata da G. Klein.

[18] 2000, tradotto lo stesso anno per Laffont, in Italia tradotto da Arnoldo Mondadori nel 2002 nella collana "Strade Blu".

[19] 2002.

[20] Le Livre d’or de la science-fiction, op. cit., p. 14.

[21] Robert Laffont, ailleurs & demain, ha ripubblicato nel 2001 la trilogia che forma la sua prima parte: Lo Stregone di Earthsea (1968), le Tombe di Atuan (1971), La spiaggia più lontana (1973).

[22] Il cui prototipo rimane Il Signore degli anelli di Tolkien (1954-1955).

[23] René Fugler, "L’autonomie au bout du conte... de fées" [L'autonomia in fin del racconto... fiabesco], Réfractions n° 16, maggio 2006.

[24] In Il Mondo di Rocannon (1966) soprattutto. In La Mano sinistra delle tenebre, il re, poco simpatico..., è manifestamente pazzo.

[25] Paul Goodman, citato tra questi autori, si riferisce anche al taoismo. Vi tornerò sopra a proposito di due libri dedicati all'anarchico americano (1911-1972), riediti in un unico volume: Présent au monde: Paul Goodman di Bernard Vincent, l’Exprimerie, Bordeaux, 2003.

[26] Il Libro della via e della Virtù, il cui autore presunto è Lao-Tsu scritto anche Laozi, che secondo i commentatori è vissuto in Cina durante il VI oppure III secolo a. C. Una celebre traduzione italiana è quella della casa editrice milane Adelphi.

[27] Etiemble nella sua prefazione alla traduzione del Tao tö king di Liou Kia-hway, Gallimard, 1967.

[28] Tehanu (1990) tradotto dalla editrice Robert Laffont, ailleurs & demain, 1991, [2002].

[29] Pubblicato negli Stati Uniti nel 2001 in quest'ordine: I Racconti di Earthsea e Il vento d'altrove sono stati tradotti dall'editrice Robert Laffont, ailleurs & demain, il medesimo anno.

 

 

Condividi post
Repost0

commenti

Presentazione

  • : La Tradizione Libertaria
  • : Storia e documentazione di movimenti, figure e teorie critiche dell'esistente storico e sociale che con le loro azioni e le loro analisi della realtà storico-politica hanno contribuito a denunciare l'oppressione sociale sollevando il velo di ideologie giustificanti l'oppressione e tentato di aprirsi una strada verso una società autenticamente libera.
  • Contatti

Link