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6 giugno 2018 3 06 /06 /giugno /2018 05:00
L'Autogoverno

Jacques Dubart

 

Il 9 agosto 2003, nello Stato messicano del Chiapas, l'Esercito zapatista di Liberazione Nazionale decretava la nascita dei 'consigli del buon governo' in cinque zone territoriali sotto il suo controllo. Si tratta di fatto di strutture di autogoverno", ci dice la Rete di informazione e di solidarietà con l'America latina (Risal).

La questione dell'autogoverno, dell'autogestione generalizzata potremmo anche dire, si pone quando un popolo in lotta prende i propri affari tra le sue mani e si organizza per gestire la vita quotidiana, mentre il potere capitalistico viene delegittimato, minacciato, destabilizzato o addirittura in via di liquidazione. L'autogoverno inizia con l'organizzazione delle masse in lotta per la loro liberazione e sfocia sulla progressiva strutturazione di nuove istituzioni politiche e la reintegrazione delle vecchie classi dominanti all'interno del corpo sociale, a mano a mano che viene instaurata l'eguaglianza economica all'interno della società.

Così, nato da una rivoluzione, e cioè all'interno di grandi mobilitazioni sociali, associate ad ampi dibattiti, al coinvolgimento del maggior numero tra le ex classi dominate, l'autogoverno è il contrario di una dittatura, anche se gli ex capitalisti, privati delle loro prerogative, sono temporaneamente esclusi dalle strutture politiche.

L'autogoverno è all'intersezione di due grandi strutture. Da una parte l'organizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici nelle unità di produzione autogestite dove essi decidono dell'organizzazione del lavoro, della distribuzione delle ricchezze create, degli investimenti necessari. D'altra parte l'organizzazione dei cittadini all'interno dei comuni per decidere le esigenze in termini di attrezzature e di servizi collettivi.

È una logica di democrazia diretta che instaura la preminenza della base della società nell'elaborazione delle politiche. Ma è anche la coordinazione federale di queste strutture di base, in modo bicefalo, per settore economico e per regione, per permettere le decisioni collettive al livello più adatto, non appena le questioni superano il quadro locale.

È una rottura con la logica statale. Le grandi decisioni risultano dapprima dai dibattiti alla base e i delegati, compresi e soprattutto a livello centrale, sono incaricati della loro attuazione. L'autogoverno si stabilizzerà attraverso nuove istituzioni politiche in coerenza con una società senza classi e senza Stato, proibendo la proprietà privata dei mezzi di produzione collettivi e favorendo dunque l'organizzazione collettiva della produzione.

Sin da subito è fondamentale sperimentare e popolarizzare i modi di funzionamento e l'organizzazione specifici dell'auto-governo della società, sia all'interno delle organizzazioni rivoluzionarie sia nel movimento sociale e in tutte le sue dimensioni. Questa sperimentazione può permettere di preparare la dinamica di autogoverno che può nascere da una crisi rivoluzionaria.

[Traduzione di Ario Libert]

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