La mia guerra di Spagna
"Ciò che mi resta dell'anarchismo, è la mia incapacità a rispettare le gerarchie imposte e la mia fede nel circolo dell'eguaglianza".
Per chi non la conoscesse, l'autrice non fu una storica, una giornalista o una scrittrice bensì una combattente sul fronte aragonese insieme a suo marito Hippolite ucciso mentre era al comando di una colonna del POUM, il Partito Operaio di Unificazione Marxista [Partido Obrero de Unification Marxista], un'organizzazione che era stata anche filo-trotskista ai suoi esordi, fondata da Andreu Nin, più noto come Andrés Nin, che verrà, come tanti altri autentici combattenti contro ogni forma di totalitarismo, assassinato dal fascismo rosso che appestò la Spagna libertaria sin dal 1936.
Le parentesi quadrate con all'interno dei puntini: [...], indicano dei tagli più o meno consistenti, mentre le parentesi quadrate numerate indicano il numero delle pagine dell'edizione italiana del 1977.
Alla ricerca del combattimento
Madrid, luglio 1936. Lo sciopero dello stabilimento continua. [...] Nei cantieri si moltiplicano gli scontri e la notte echeggia dei colpi d'arma da fuoco. La destra vuol spezzare lo sciopero ad ogni costo. [...] Circolano voci sullo scontento che serpeggia fra i militari, alcuni generali sono stati trasferiti.
Viene assassinato il luogotenente Castillo, della Guardia d'Assalto, un corpo di polizia creato dal governo repubblicano per controbilanciare la Guardia Civile, odiata dagli operai e dalla gente di sinistra. Per le strade di Madrid c'è odore di polvere. Tutti sanno che la destra sta preparando un complotto, solo il governo pare ignorarlo; ma il popolo è sul chi vive e picchetti di operai vigilano in continuazione alla sede dei sindacati. La Puerta del Sol si gonfia di suoni; l'ansia si impadronisce di Madrid.
Un altro morto: stavolta si tratta di Calvo Sotelo, uno degli uomini più in vista della reazione. La gente dice che le Guardie d'Assalto hanno vendicato il luogotenente Castillo. [...]
Alla notizia della sollevazione militare in Marocco, alle Canarie, a Siviglia, il governo sembra stupito, mentre il popolo accoglie i fatti senza sorpresa e quasi con un senso di sollievo, perché, finalmente, l'ombra si dirada [...] [5].
Tutta Madrid si precipita per le strade alla ricerca di un fucile. Notte del 18 luglio. Titoli enormi sulle prime pagine delle edizioni speciali. Il governo assicura che è padrone della situazione, che i ribelli si arrenderanno da un momento all'altro [...].
Uomini e donne sono affluiti alla Puerta del Sol da tutti i quartieri, si sono fermati un momento davanti al Ministero degli Interni, sorpresi, e hanno ascoltato il messaggio, ripetuto mille volte, che parla di ordine, di calma e di lealtà [...].
Agli angoli delle strade le Guardie d'Assalto, in tuta da lavoro e con la carabine in mano, fermano le macchine e le perquisiscono. Si è saputo che parecchi reazionari sono già partiti portandosi via armi e denaro per andare a raggiungere i rivoltosi. Si instaura una legalità nuova, in cui la tessera del sindacato o di un partito di sinistra prende il posto della carta d'identità.
Gli uomini hanno dimenticato le sfumature che li separano e ora avanzano cantando tutti insieme, mescolando i diversi inni. È la lotta finale..., Alle barricate, alle barricate..., Venite, anarchici... Il pericolo comune cementa una vasta alleanza e spezza ogni barriera [...].
Il 19 luglio, è un giorno denso, raccolto, perché la gente sa con più chiarezza quel che succede in certe caserme di Madrid e nessuno ascolta più i discorsi ufficiali e la milizia è appena nata e i lavoratori formano pattuglie per le strade.
Sono a Madrid da cinque giorni appena. Hippo, mio marito, è arrivato due mesi prima di me. Nelle lettere che mi spediva a Parigi, mi descriveva il clima sempre più teso creato dai molti scioperi e dalle mosse della destra in seguito alla vittoria del Fronte popolare [7].
Forse è una fortuna che in questo 18 luglio 1936 non ci siano in Spagna partiti politici così potenti. I comunisti sono una piccola minoranza e nelle file dei socialisti, più consistenti, si va delineando un'ala sinistra costituita soprattutto da giovani, più combattivi dei loro padri rifornisti. La forza decisiva appartiene alla Confederazione Nazionale del Lavoro, la potente C.N.T., i cui principi libertari sono gelosamente conservati dalla F.A.I., la Federazione Anarchica Iberica, una specie di piccola chiesa aperta solo ai puri fra i puri, suprema istanza di santa madre anarchia, eminenza rossa e nera. I suoi diktat apolitici non impediscono tuttavia agli operai della C.N.T di contribuire in larga misura alla vittoria del Fronte Popolare in occasione del 16 febbraio 1936 [9].
[...] "Non credi che prima sarebbe meglio passare da casa per vedere se Latorre ha trovato qualcosa? È molto probabile che i sindacati della U.G.T. siano già armati".
No, Latorre non ha ancora trovato niente, ma ha un'idea. Perché non andiamo a vedere dai compagni del P.O.U.M.? Non ne facciamo parte, ma è l'organizzazione che si avvicina di più al nostro piccolo gruppo di opposizione comunista.
Niente armi nelle sedi del P.O.U.M., ma molte speranze per l'indomani e forse per stasera stessa. Per terra e sulle panche della piccola sala si ammassano un centinaio di uomini e qualche donna; alcune hanno un aspetto un po' strano. Vengo a sapere che sono ragazze di una casa chiusa lì vicino, che vengono ad arruolarsi nella milizia [...] [10].
Aggregati a un nucleo di combattenti, riprendiamo il nostro cammino più sicuri, Delle macchine con le scritte C.N.T.-F.A.I., U.G.T., U.H.T. e con le canne dei fucili appoggiate alle portiere, passano strombazzando [...].
La folla applaude e canta davanti a una chiesa in fiamme [...].
20 luglio. La caserma della Montaña è caduta dopo scontri sanguinosi e ora tutti possono entrare nel grande cortile vuoto dove alcune donne si contendono le ultime marmitte [11].
I compagni del P.O.U.M. che avevano partecipato all'assalto, erano tornati con un ben magro bottino: dei caschi, dieci fucili, un paio di centinaia di cartucce e una mitragliatrice senza affusto [...].
21 luglio 1936. Due autocarri, tre auto da turismo, cento uomini, trenta fucili e una mitragliatrice senza affusto issata con fierezza su uno dei camion, costituiscono la colonna motorizzata del P.O.U.M. comandata da Hyppolyte Etchebéhère, cittadino francese nato in Argentina da famiglia piccolo borghese, approdato alla lotta di classe prima per ragioni sentimentali, per aver visto con i propri occhi la guardia mobile di Buenos Aires annegare nel sangue uno sciopero dei metallurgici nel 1919, poi, in seguito, per convinzione profonda.
La nostra colonna si avvia alla ricerca di truppe del generale Mola, che pare stiano marciando su Madrid. Incontriamo sul cammino dei contadini che ci chiedono di andargli a prendere della farina a un mulino nelle vicinanze. Un camion parte a cerca farina [12].
Madrid entra nella rivoluzione a passo di carica. Il denaro non ha quasi corso quando si tratta di rifornire la milizia. Le organizzazioni operaie, partiti o sindacati, firmano dei buoni d'acquisto che noi diamo ai commercianti in cambio delle loro merci, sottolineando le trattative di un baldanzoso U.H.P. Si requisiscono le automobili, le autorimesse, le belle case abbandonate dai ricchi in fuga o rifugiatisi nelle ambasciate. Il governo, impotente com'è a controllare il dramma che si svolge sulla scena, è scivolato dietro le quinte.
All'alba del 22 luglio la nostra colonna, a piedi, raggiunge [13] una stazione di Madrid per unirsi a una formazione di circa quattrocento uomini agli ordini del capitano Martínez Vicente, un ufficiale di carriera dalle provate convinzioni repubblicane [...].
Alla fine vien dato l'ordine di montare sui vagoni e quando si sente fischiare la locomotiva si alza una selva di grida gioiose, miste a canti rivoluzionari [14].
A Guadalajara ci danno ordine di scendere [...]. Guadalajara è una città triste. Le milizie della C.N.T. ci hanno preceduto e ora gli uomini col berretto nero e rosso stanno agli angoli delle strade col fucile in mano. Sono loro che, due giorni fa, hanno preso d'assalto la caserma doi Globos [...].
I miliziani della C.N.T. hanno anche aperto le porte della [15] prigione, e, intorno alla caserma dove ci siamo appena installati, gironzolano uomini dall'aspetto strano. Quattro o cinque hanno già chiesto di essere ammessi, nella nostra colonna, dopo una rapida discussione li accettiamo [...].
La notte, quando siamo distesi fianco a fianco sui nostri pagliericci, gli tengo la mano sussurandogli antiche parole d'amore come una ninna nanna, finché ci addormentiamo. Spesso, senza che io gli chieda niente, mi fa la relazione delle sue giornate spossanti: è riuscito a costituire un tribunale rivoluzionario per impedire i paseos, le esecuzioni sommarie; ne fanno parte i rappresentanti delle diverse tendenze. Vengono organizzate spedizioni per procurarsi le armi. Sogna un'unificazione delle milizie in vista delle prossime operazioni militari. Ormai lo ascoltano, gli obbediscono, l'amano, deve poter contare sui propri uomini come su se stesso per farne un reparto eccezionale, il meglio organizzato, il più coraggioso e, nello stesso tempo, il più disciplinato...
I nostri camion e le nostre auto da turismo ci hanno raggiunto a Guadalajara, Stanotte partiamo per la guerra [17].
Sulla strada che va a Sigüenza, il grano si piega sotto il peso delle spighe troppo mature: il tempo della mietitura [18] è passato senza che la gente se ne accorgesse, come se il raccolto non fosse più affar loro [...] I ricchi han lasciato i poderi e han raggiunto i villaggi oltre le nostre linee. Le donne non sono partite tutte; rimaste a badare alla casa e alle bestie, si rintanano nelle stanze più nascoste, vestono di nero e, silenziose e cortesi, vendono volentieri pollo e prosciutto ai miliziani ricchi delle loro dieci peseta al giorno. Tanto ricchi da disprezzare la broda che passa la caserma [...].
LINK pertinenti alla tematica:
The Anarchist Encyclopedia
Poumista. Against stalinism and fascism
Fundacion Andreu Nin
S.B.H.A.C.
Ma sœur, mon capitaine
Mujeres Libres. Un’esperienza di femminismo libertario