Questa coscienza diffusa della questione sociale ha provocato presso l'adolescente un senso di insoddisfazione:
"Avevamo dove alloggiare, ma questo non ci bastava; avevamo da mangiare, ma ciò non ci bastava; avevano di che vestirci, ma ciò non ci bastava; avevamo dei libri da leggere, ma ciò non ci bastava come sempre! Perché intorno a noi vi sono ancora molte, molte persone che non hanno dove alloggiare, nulla con cui vestirsi, nulla da mangiare e nulla da leggere. Ora queste persone sono precisamente coloro da cui dipendiamo per vivere" [10].
Un senso di insoddisfazione e di vergogna, quello di appartenere alla classe degli sfruttatori:
"Vediamo chiaramente, non possiamo non vedere che tutta la nostra felicità poggia sulle loro spalle. Noi, i nostri padri e i nostri antenati siamo stati gli uni e gli altri degli sfruttatori" [11].
E la convinzione, parallelamente, che la felicità deve essere condivisa da tutti per essere assaporata da ognuno:
"L'oscurità, l'oppressione, la sventura, la sofferenza, si dispiegano intorno a noi. In mezzo al nostro ridere si intrecciano il suono di innumerevoli pianti e lamenti. Sappiamo oramai a cosa somiglia l'attuale società. Affermiamo che dobbiamo uscire dal circolo della nostra felicità per andare verso il mondo esterno. Per entrare nelle vera vita! Vogliamo fare qualcosa, qualcosa d'utile: per sradicare questa oscurità, questa oppressione, per sradicare questo malessere e questa sofferenza, per riformare l'attuale società, per aiutare tutti gli uomini che sono intorno a noi e che soffrono. Vogliamo cercare la nostra felicità in quella della massa. Non vogliamo più far pesare sulle spalle degli altri il costo della nostra vita" [12].
Il malessere che egli prova di fronte alla sua estrazione, Ba Jin lo confesserà a Emma Goldman. Quest'ultima si darà da fare per decolpevolizzarlo:
"Tu dici che provieni da una vecchia famiglia benestante. Questo è senza importanza. Dei rivoluzionari attivi nascono spesso all'interno della classe borghese. Di fatto, nel nostro movimento, è il caso della maggioranza dei dirigenti: essi sono attenti alla questione sociale, non perché essi stessi vivono una situazione difficile ma perché non possono sopportare di assistere senza far nulla alle sofferenze delle masse. D'altronde, non è colpa tua se sei nato in una famiglia borghese: non scegliamo noi il luogo della nostra nascita. In compenso, possiamo organizzare noi stessi la nostra vita successiva. Ho notato che avevi la sincerità e la passione che convengono ai giovani ribelli. Ciò mi piace ciò. Questo genere di carattere è ancora più indispensabile nel momento attuale quando tante persone sono pronte a vendere la loro anima per un piccolo vantaggio - si incontrano casi simili ovunque. Anche l'interesse che hanno per un ideale sociale è superficiale e non esitano ad abbandonarlo alla prima difficoltà. È per questo che sono incantata di sapere che vi sono tra di voi dei giovani come te che riflettono sinceramente, che agiscono e che amano profondamente il nostro bel ideale..." [13].
Le preoccupazioni del giovane Ba Jin non sono puramente astratte. Sin dal 1919, sapiamo che egli cercò di entrare in relazione con dei compatrioti convertitisi come lui all'anarchismo, almeno con uno di essi, Zheng Peigang [14], un Cantonese che si è ritagliato una piccola reputazione creando, nella capitale, a fianco di Ou Shengbai (1893-1973) e di Huang Lingshuang (?-1982), la Società della verità (Shishe), un cenacolo che può essere orgoglioso di aver diffuso le tesi libertarie all'interno del Movimento della nuova cultura iniziato dagli studenti e professori dell'università di Pechino [15]. Il suo ingresso in politica, tuttavia, Ba Jin lo compì formalmente in un giornale pubblicato da poco dagli anarchici della sua città, Banyue [Quindicinale]. Ha raccontato i suoi inizi da militante:
"Un anno dopo il Movimento del 4 maggio [1919], abbiamo pubblicato un bisettimanale. In realtà, queste affermazioni sono un po' improprie, nella misura in cui non fui assolutamente uno dei fondatori della pubblicazione. La pubblicazione era all'incirca alla sua decima uscita quando scrissi una lettera alla sua redazione. Risposero, un membro della redazione si spostò di persona per venirmi a trovare, e diventammo amici. Mi invitarono a collaborare alla rivista, e più tardi ne divenni uno dei redattori" [16].
Perché Ba Jin non c'entra nulla con la nascita di Banyue. Sul suo incontro con il gruppo editoriale, è stato inoltre più preciso [17]. E' alla lettura del numero 14 della rivista che gli verrà voglia di farsi conoscere da coloro che la realizzavano. Il contatto avrà luogo nel febbraio del 1921, durante la seconda metà del mese, in una data che più simbolica non si può per colui che avrebbe tradotto in cinese le opere di Kropotkin, il cui pensiero orienterà il suo destino, almeno sino alla Liberazione, e che era stato appena inumato a Mosca.
Sfogliando questo numero della rivista, datato 15 febbraio 1921, Ba Jin si imbatte in un articolo, "Gli Scopi e il Programma della Società dell'adattamento" [18], che lo colpirà fortemente, per via del linguaggio in cui era scritto e che coincideva con quello che egli voleva leggere. Vi si parlava di sradicare il potere e di fare tabula rasa del sistema economico, di instaurare al suo posto un universo di mutuo sostegno, di amore, di libertà e di eguaglianza, di costruire in breve un mondo conforme agli interessi dell'umanità, una società guidata dal principio "Da ognuno secondo i suoi mezzi, a ciascuno secondo i suoi bisogni":
"Il mio cuore batteva forte, non riuscivo a calmarmi. Due pensieri contraddittori si scontrarono nel mio spirito per un momento. Tardi durante la notte udii il passo di mio fratello maggiore nella grande sala. Contro la mia volontà, presi della carta da lettera, la disposi sul tavolo e ascoltando il suono del vetro che si infrange scrissi al redattore di Banyue una lettera per entrare nella società, pregandoli di raccomandarmi [19].
Due giorni dopo giunse la risposta tanto attesa. Il responsabile di Banyue, Zhang Jianchu, invita Ba Jin a fargli visita a casa sua. Là, sono presenti tre o quattro persone, tra le quali Wu Xianyou (e cioè Yuan Shiyao e Liu Yanseng) [20]. Ba Jin confida ai suoi interlocutori le sue sofferenze e la sua disperazione, e questi cercano di confortarlo: la Società dell'adattamento (Shishe) esiste unicamente a Chongqing ma ne esisterà presto una, sorella gemella, a Chengdu, e i suoi nuovi amici l'accettano nei loro ranghi. Lo caricano di molti libelli e gli comunicano le coordinate della società di Chongqing (spedirà la sera stessa un plico al suo animatore, Chen Xiaowo [21]). Dopo tanti passi, sembra a Ba Jin che l'alba sia vicina:
"Quella piccola sala era diventata semplicemente un paradiso per me. Quelle due ore di conversazione avevano illuminato la mia anima. Ero come un battello danneggiato dalla tempesta che ha trovato un porto. Ero a casa mia, entusiasta e sorridente di felicità" [22].
Questa esperienza, per quanto infima fosse, per riprendere i suoi termini, avrà delle ripercussioni ulteriori sull'itinerario di Ba Jin. In quanto alla sua traiettoria politica, dapprima: la sua adesione a Banyue segna per Ba Jin l'inizio di un impegno che si prolungherà per più di un quarto di secolo. In quanto alla sua carriera letteraria, in seguito, poiché l'interessato pretende che non sarebbe mai diventato scrittore se non fosse diventato anarchico - inversamente, affermerà che la sua evoluzione prova al contrario che non era realmente anarchico all'inizio [23]. In entrambi i casi, Ba Jin incontrerà a Banyue delle personalità che eserciteranno su di lui un'influenza notevole, e i cui profili attraversano le sue opere narrative:
"... alcuni miei amici avevano uno spirito di sacrificio che non mancavano di commuovermi. Un amico dava spesso in pegno i suoi vestiti per la rivista, e per mettere in accordo il suo pensiero e i suoi atti, abbandonò i suoi studi per farsi apprendista presso un sarto. La sera, correva alla sede della rivista, le dita crivellate dalle punture d'aghi. Ero molto impressionato dalla sua forza morale" [24].
Quest'amico, Wu Xianyou, Ba Jin ha un giorno rivelato che egli lo considerava come uno dei suoi "maestri" [25], maestri dal punto di vista delle qualità morali s'intende, e che gli deve di aver capito ciò che erano lo spirito di sacrificio e l'abnegazione [26]. Wu Xianyou, che frequentava lo stesso edificio d'insegnamento, era agli occhi di Ba Jin la pietra di paragone del rivoluzionario, e Ba Jin confessa che amava accordare il suo comportamente sul suo: "Anch'io volevo lasciare la mia famiglia, andare nella società, in mezzo al popolo, diventare un rivoluzionario che cerca la felicità del popolo" [27]. Wu Xianyou, risoluto esperantista, creò nel 1925 una società di ricerca sull'esperanto a Chengdu, combinando dei corsi domenicali e dei tirocini accelerati d'estate [28]. Ha ispirato a Ba Jin uno dei protagonisti di "Torrente", Zhang Huiru, lo "Zhang Tel que Grâce" (Zhang Tale come la Grazia) della traduzione francese, l'amico dell'eroe Gao Juemin, "Gao Éveil du Peuple" (Gao Risveglio del Popolo".
Un altro dei membri del gruppo, Yuan Shiyao (1897-1928), servirà da modello a Ba Jin per un secondo personaggio della sua saga, un compagno simile a Juemin, Fan Jishun "Fan Héritier de la Vertu" (Fan Erede della Virtù). Studente della scuola normale superiore di Chengdu, Yuan Shiyao animava inoltre un notiziario studentesco, Xuesheng shao (L'Ondata studentesca). Influenzato, molto presto, dall'anarchismo, aderì al partito comunista cinese nel 1925, prima di morire, poco dopo, assassinato dal signore della guerra del Sichuan, Xiang Chuanyi. È ancora durante questo periodo, nell'inverno del 1921, ma al di fuori del circolo di Banyue e tramite di Chen Xiaowo, che Ba Jin farà la conoscenza, epistolare nell'immediato, di Lu Jianbo [29], futuro pilastro del movimento anarchico cinese, che desidera documentarsi sull'esperanto. Ba Jin e quest'ultimo condivideranno lo stesso tetto a Shanghai, nel 1925 [30], e Ba Jin scriverà la postfazione di una raccolta di suoi testi [31].
A loro imitazione, Ba Jin si istruisce e milita. Durante il 1° maggio 1921, contribuisce alle cerimonie di commemorazione e distribuisce per le strade dei volantini che inneggiano alla rivoluzione sociale [32]. Collabora anche alle attività della Società eguaglianza (Junshe), un'associazione segreta di studenti vicina a Banyue, e prende parte soprattutto alla discussione di un "Manifesto", la cui stesura originale è di Yuan Shiyao, che apparirà sul numero 21 di Banyue e dove si può leggere:
"A ognuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo i propri bisogni. [...] Tutti devono avere gli stessi diritti e assumere gli stessi doveri, bisogna abolire le classi nobiliari e quelle contadine, di padroni e schiavi, di dominante e di dominato".
E, con degli argomenti che riprendono grosso modo il senso del discorso che Ba Jin pone in bocca di Li Jingshu al capitolo X di "Distruzione [33]:
"Noi crediamo che il mondo è fondato sull'amore e non sul crimine, detto altrimenti il mondo è fatto di cooperazione e non di competizione, l'amore è la disposizione naturale dell'umanità, è il fattore essenziale dell'evoluzione del mondo, si deve svilupparlo al massimo. Il crimine è un fenomeno patologico, esso minaccia l'evoluzione, dobbiamo annientarlo [...]. Dobbiamo realizzare con le nostre forze d'amore individuali il futuro mondo d'amore" [34].
Ba Jin non si accontenta di impegnarsi nella vita del gruppo e nei suoi bisogni ordinari, si aggrega al comitato di redazione di Banyue: il suo nome, di fatto il suo vero nome, Feigan, sarà incluso nella lista del gruppo sin dal mese di aprile. Concepita inizialmente come "una rivista del Movimento della nuova cultura", Banyue era già una rivista anarchica quando Ba Jin entra a farne parte – la trasformazione risale al numero 12 [35] –, ed è proprio in tal modo che Ba Jin si definisce allora [36]. Sono una manciata a incaricarsene, una decina di giovani, non più anziani di lui [37]. Retrospettivamente, Ba Jin minimizzerà la sua partecipazione: non avrebbe dispiegato per esse tutte le sue forze di cui era dotato, e il suo contributo al contenuto di Banyue rimarrà modesto [38].
Salvo errore, oltre a quello di cui ci siamo ora occupato, e che fu inserito nel numero 17, d'aprile 1921, Ba Jin ha redatto soltanto due testi per Banyue [39] (si recensisce un suo quarto articolo all'epoca, ma in un periodico di Chongqing [40]).
Il primo riguarda "Le caratteristiche dell'esperanto", datato maggio 1921 [41]. A Banyue, si è adepti della lingua universale, Wu Xianyou, Yuan Shiyao e Liu Yanseng per lo meno [42]. Ora, se non sappiamo esattamente quanto quest'ultimi la conoscessero, Ba Jin, non possedeva a quell'epoca che una conoscenza molto approssimativa dell'idioma inventato da Zamenhof, e la descrizione che ne dà qui è come il metodo semplificato di "trompinette" elaborato da Boris Vian, "assolutamente insufficiente". Il fatto è che egli non dispone nemmeno di un manuale introduttivo e le sue informazioni non sono che di seconda mano, da un articolo ripreso da una rivista di Shanghai. Dovrà aspettare il 1924, durante il suo soggiorno a Nanchino, per dedicarsi seriamente all'esperanto [43].
L'altro si intitola "Gli IWW e i lavoratori cinesi", datato giugno 1921 [44]. Ba Jin non si risparmia in elogi verso il sindacato americano:
"Ciò di cui i lavoratori cinesi hanno più bisogno oggi, è un'organizzazione di lavoratori [...], un grande raggruppamento di lavoratori rivoluzionari che distruggerebbe il sistema dello 'Stato', del 'governo', della 'legge', rovescerebbe il capitalismo, che è il principale nemico dei lavoratori, e ridarebbe ai lavoratori la proprietà degli strumenti di produzione e dei loro prodotti" [45].
Secondo Ba Jin, Banyue, benché manchevole in fin dei conti, aveva acquisito un uditorio non disprezzabile:
"La nostra rivista si vendeva abbastanza bene all'epoca. Ogni numero era esaurito in meno di quindici giorni. Ma i conti non erano facili da tenersi ed è per questo che numero dopo numero perdevano del denaro. Di modo che per ogni numero, non potevamo che fare stampare un migliaio di copie e non avevamo i mezzi per effettuare delle ristampe" [46].
Ma le cose si risolveranno ben presto in qualche modo. Nel luglio del 1921, mentre a Shanghai, sia detto di sfuggita, viene istituito il partito comunista cinese, Banyue – che aveva già subito i fulmini della censura [47], - sarà definitivamente proibito, mentre stava per festeggiare il suo primo anniversario, per aver raccomandato i capelli corti per le donne" [48]. Due articoli, dello stesso autore, trattano del problema, e se la prendono con il controllo delle forze feudali e religiose sulle donne criticando la proibizione fatta verso coloro che si pettinano a modo loro: "In cosa può nuocere alle usanze il fatto che le ragazze si taglino i capelli? Non è più offensivo di quando gli uomini hanno tagliato la loro treccia e quando le donne hanno smesso di bendarsi i piedi" [49]. Sono completati dalla testimonianza di una donna del Sichuan, che ha dato l'esempio sacrificando la sua capigliatura. Banyue sarà, di conseguenza, la prima delle riviste uscite dal 4 maggio a essere proscritte dal Sichuan.
Ba Jin e i suoi compagni non sono disposti a ottemperare senza reagire, e fanno stampare clandestinamente un ultimo numero 50 nel quale, per la penna di Yuan Shiyao, sono riportati tutti i dettagli del caso. Ecco dunque i redattori di Banyue privati di tribuna. Nel mese di agosto, delle persone di Chengdu che progettano di creare un mensile, ma non sanno come fare, offrono loro di unirsi a essi. Wu Xianyou, Zhang Shiqian, e Ba Jin si imbarcano nell'avventura [51] prima di accorgersi che si sta tentando di manipolarli. Jingqun [Le Masse in alerta] non andrà oltre il numero inaugurale, di settembre 1921, che contiene tuttavia un articolo di Ba Jin sul patriotismo, ampiamente ripreso da Bakunin [52].
Durante il mese di ottobre, Ba Jin si ritira dall'impresa. Trascorsi sei mesi, nasce una nuova pubblicazione, sempre a Chengdu, appena meno effimera della precedente, di cui Ba Jin è questa volta il responsabile e che è domiciliata presso la sua abitazione. Si tratta di Pingmin zhi sheng [La Voce della gente del popolo], e Wu Xianyou ne fa parte. Il primo numero verrà proibito alla vendita. Ba Jin vi darà, nel mese di marzo, un articolo su Tolstoi, di sua propria iniziativa una "selezione di citazioni" [53], che si estende su due numeri e sarà più o meno censurato. L'ultimo numero verrà interamente dedicato a un omaggio all'eroica figura del pantheon anarchico cinese, Liu Shifu [54]. Vi sono riprodotti i famosi dodici divieti della Società del cuore (Xinshe) [55].
Già, Ba Jin si esprime altrove. Durante il corso degli anni che vanno dal 1921 al 1923 (intervallo durante il quale lascia Chengdu per Shanghai poi Nanchino), e dal 1923 al 1927 (alla vigilia di imbarcarsi, a metà febbraio, per la Francia), sotto la sua vera identità o sotto delle identità prese in prestito [56], Ba Jin disperde i suoi scritti: delle poesie, un genere al quale rinuncerà in seguito; in riviste la cui impostazione è unicamente circoscritta al campo letterario, e dei testi politici affidati alle riviste letterarie cinesi più importanti del momento [57], come Minzhong [La Campana del popolo], una pubblicazione di Canton la cui longevità fu eccezionale [58], Xuehui [Confluente del sapere] [59] o Chunlei [Temporale di primavera] (1923-1924), il portavoce della Società della realtà (Zhenshe) del Guangdong.
Partecipa insieme a Lu Jianbo e altri, al lancio di Minzhong [Le Masse], nel settembre 1925, una rivista di Shanghai che è un nodo di comunicazione tra i libertari del Sud, propone degli articoli di volgarizzazione e fornisce delle informazioni sulle organizzazioni autoctone o straniere [60]. Alla rinfusa, una cronologia di Osugi Sakae (1885-1923), il teorico anarchico giapponese; degli studi sui martiri di Chicago o quelli di Tokyo; sui nichilisti russi. Ba Jin, per di più, traduce enormemente: Kropotkin, Emma Goldman, Alexander Berkman, Proudhon, Errico Malatesta, Rudolf Rocker [61]. Quando rientra dalla Francia, nel 1928, dove è stato d'aiuto, di nuovo, nel far nascere una pubblicazione libertaria di lingua cinese basata a San Francisco, Pingdeng [L'Eguaglianza] – è lui che ne redigerà l'editoriale di presentazione [62] –, ha da poco portato a termine Distruzione. D'ora in poi, Li Feigan si cancellerà di fronte allo scrittore Ba Jin. Per quasi due decenni, il propagandista libertario e il romanziere coabiteranno.
Le righe che stiamo per leggere non richiedono nessun particolare commento: "... all'epoca," ha precisato il loro autore, "non ero che un bambino che amava esprimere i propri sentimenti, negavo audacemente, fondandomi sulla mia sola intuizione, l'esistenza di tutto l'attuale sistema sociale..." [63]. Sulla sua intuizione, ma anche su Kropotkin di cui cita una parola e di cui percepiamo profilarsi l'ombra in molti punti: così, le nozioni di "vera eguaglianza" e di "vera libertà", che costituiscono la trama del testo, sembrano essere tratte da "Ai giovani". Non v'è nulla di che stupirsi. Ba Jin, che ha rivendicato l'eredità del principe anarchico [64] - di cui si fa spiegare la biografia e la filosofia da Max Nettlau (1865-1944) in in persona [65] –, ha spesso evocato l'impressione prodotta su di lui da quest'opuscolo. Ne realizzerà anche una versione cinese [66], sulla cui intestazione saranno poste queste parole:
"Ci prepariamo a marciare verso il mondo esterno, a marciare verso la vera via. Ma numerose strade si aprivano davanti a noi, e su ognuna di esse si trovava un lavoro che ci era possibile compiere. Allora, posti all'incrocio delle vie abbiamo esitato. Nessuno veniva a mostrarci la strada da seguire. I nostri padri e i nostri fratelli maggiori erano già distesi sul loro letto di morte. "È allora che un libricino è apparso sotto i nostri occhi, come un amico vicino ci ha spiegato ogni cosa, con parole che potevamo comprendere e che non contenevano nessun inganno. Leggendolo, abbiamo sentito un raggio di luce illuminare i nostri cervelli" [67].
E se ha da allora minimizzato quest'ascendente, arguendo che era soprattutto un figlio del 4 maggio piuttosto che un figlio di Kropotkin [68] è bel e bene come un kropotkiniano che si definirà a lungo:
"Noi, gli anarchici, non abbiamo capi spirituali, non siamo i discepoli di un uomo qualunque esso sia, perché l'ideale anarchico non è la creazione di un individuo in particolare. Ma, grosso modo, acconsento che mi si ritenga un Kropotkiniano. [Naturalmente, accade che io sia in disaccordo con l'opinione di Kropotkin su questa o quell'altra questione]. Il che vuol dire che credo ai principi dell'anarchismo così come Kropotkin li ha esposti. È per questo che poco tempo dopo aver letto questo libro alcuni hanno l'impressione che vi sono delle differenze, addirittura delle opposizioni, tra il mio anarchismo e la maggior parte delle pubblicazioni anarchiche cinesi, gliene chiedo perdono perché non sono che un kropotkiniano" [69].
ANGEL PINO
[Traduzione di Ario Libert]
NOTE
1. Questa trilogia comprende Jia [Famiglia] (1931), Chun [Primavera] (1938) e Qiu [Autunno] (1940).
[2] Vedere a questo proposito, l'intervista accordata, nell'ottobre del 1987, alla rivista Xin wenxue shiliao [Materiali per la storia della nuova letteratura], (n° 3, agosto 1988), ripreso in Ba Jin quanji [Opere complete di Ba Jin], Pechino, Renmin wenxue chubanshe, vol. 19, 1993, p. 672.
[3] Come pone in risalto Arif Dirlik, Anarchism in the Chinese Revolution, Berkeley e Los Angeles (California), University of California Press, 1991, p. 179. La rivista di Emma Goldman, "Mother Earth", soprattutto, sarà seguita dalle anarco-femministe cinesi: cfr. Peter Zarrow, Anarchism and Chinese Political Culture, New York, Columbia University Press, 1990, p. 147.
[4] Ba Jin, "Xinyang yu huodong" [Fede e Azione] (1935), in Ba Jin quanji, vol. 12, 1989, p. 404.
[5] Ibid., p. 405. I "due libretti molto forti" sono l'opera teatrale di Kampf e Ai giovani di Kropotkin.
[6] Esistono, in francese, due scelte di questi testi, di cui non si contano più, oramai, le edizioni cinesi: Ba Jin, Au gré de ma plume, tradotto dal cinese da Pan Ailian, Pechino, éditions Littérature chinoise, coll. "Panda", 1992; Pa Kin, Pour un musée de la "Révolution culturelle", testi scelti, annotati e presentati da Angel Pino, Parigi, Bleu de Chine, 1996.
[7] "Dare il proprio cuore ai lettori", 3 febbraio 1979, traduzione francese in Ba Jin, Au gré de ma plume, p. 41. [8] "Che io divenga terra" (29 giugno 1983), in Ba Jin, Au gré de ma plume, pp. 141-142.
[9] Pa Kin, Distruzione, traduzione dal cinese, introduzione e note di Angel Pino e Isabelle Rabut, Parigi, Bleu de Chine, 1995, pp. 103-104.
[10] Ba Jin, «"Gao qingnian" xu» [Prefazione a "Ai giovani"], (aprile 1935), in Ba Jin quanji, vol. 17, 1991, p. 162. Si tratta qui, sicuramente, del testo di Kropotkin.
[11] Ibid., p. 162.
[12] Ibid., pp. 162-163.
[13] Ba Jin, "Xinyang yu huodong", pp. 403-404.
[14] Zheng Peigang (1890-1970), noto anche con lo pseudonimo di Ke Lao, ha ricordato la cosa molto più tardi. Cfr. "Wuzhengfu zhuyi zai Zhongguo de ruogan shishi" [Alcuni fatti storici sull'anarchismo in Cina], Guangzhou wenshi ziliao [Materiali storici e letterari su Canton], Canton, n° 7, aprile 1963.
[15] Arif Dirlik, Anarchism in the Chinese Revolution, p. 15. Più in generale, sul posto dell'anarchismo nel Movimento del 4 Maggio, vedere Nohara Shiro, "Anarchism in the May Fourth Movement", Libero International, nn. da 1 a 4, da gennaio 1975 ad aprile 1976 (adattamento francese a cura di Jean-Jacques Gandini, Aux sources de la révolution chinoise, les anarchistes: contribution historique de 1902 à 1927, Lione, Atelier de création libertaire, 1986).
[16] Ba Jin, "Xiaoxiao de jingyan" [Un'infima esperienza] (1935), in Ba Jin quanji, vol. 12, 1989, p. 408.
[17] Ba Jin, "Wode younian" [La mia infanzia] (agosto 1936), in Ba Jin quanji, vol. 13, 1990, p. 9 e seguenti.
[18] "Shishe de yiqu he dagang" [Gli scopi e il Programma della Società dell'adattamento], (10 agosto 1920), Banyue, n° 14, 15 febbraio 1921; ripreso in Ge Maochun, Jiang Jun e Li Xingzhi (a cura di), Wuzhengfu zhuyi sixiang ziliao xuan [Scelta di documenti sul pensiero anarchico], Pechino, Beijing daxue chubanshe, 1984, vol. 2, pp. 527-530. All'occorenza, per adattamento si deve intendere una risposta "all'insieme dei bisogni dell'umanità".
[19] Ba Jin, "Wode younian", pp. 9-10. "Une brochure de Pierre Kropotkine, sur ces entrefaites, me tint un langage d'une clarté inouïe". Cfr. Victor Serge, Mémoires d'un révolutionnaire (1901-1941), Le Seuil, Paris, 1951. pp. 14 -15.
[20] Cfr. Hou Zhiping, "Ba Jin yu shijieyu jishi (1918-1994)", [Cronache dei rapporti di Ba Jin con l'esperanto (1918-1994)], in Xu Shanshu, "Ba Jin yu shijieyu" [Ba Jin e l'esperanto], Pechino, Zhongguo shijieyu chubanshe, p. 377.
[21] Chen Xiaowo (il cui vero nome era Chen Muqin), vecchio membro del partito social (Shehuidang) creo la Società dell'adattamento nel 1920. Originario del Sichuan, avrebbe avuto una certa influenza nella provincia. Sostenitore della collaborazione tra anarchici e comunisti, si pensa che abbia finito con l'aderire al partito comunista cinese.
[22] Ba Jin, "Wode younian", p. 10. "Un libricino di Piotr Kropotkin, nel frattempo, mi tenne un linguaggioo di una chiarezza incredibile". Cfr. Victor Serge , Mémoires d'un révolutionnaire (1901-1941), Le Seuil, Parigi, 1951, pp. 14-15.
[23] Nell'intervista già citata, a Xin wenxue shiliao, Ba Jin dichiara: "Se non avessi creduto all'anarchismo a quell'epoca, non avrei probabilmente scritto nessun romanzo" (cfr. Ba Jin quanji, vol. 19, 1993, p. 672). E in un'altra intervista, accordata a Tan Xingguo: "A dir il vero, se fossi stato davvero anarchico, non avrei scritto romanzi. La vera rivoluzione reclama l'azione. Vi erano delle contraddizioni nel mio pensiero: da una parte, avevo l'opinione che vi erano cose più importanti dell'arte, dall'altra non potevo rinunciare all'arte" (cfr. Tan Xingguo, Ba Jin de shengping he chuangzuo [Ba Jin, La sua vita e la sua opera], Chengdu, Sichuan renmin chubanshe, 1983, pp. 293-294; ripreso in Ba Jin quanji, vol. 19, 1993, p. 518).
[24] Ba Jin, "Xiaoxiao de jingyan", p. 410.
[25] Secondo sua madre, che gli insegnò l'amore e il vecchio Zhou, un portatore di palanchino, che gli insegnò la dirittura. Cfr. Ba Jin, "Wode jige xiansheng" [Alcuni dei miei maestri] (settembre 1936), in Ba Jin quanji, vol. 13, 1990, p. 15 seguenti.
[26] Ibid., p. 19.
[27] Ba Jin, "'Ba Jin xuanji' houji" [Postfazione alle Opere scelte di Ba Jin], 7 septembre 1979, in Ba Jin quanji, vol. 17, p. 35.
[28] Cfr. Hou Zhiping, "Ba Jin yu shijieyu jishi (1918-1994)", p. 377.
[29] Lu Jianbo, nato nel 1904 come Ba Jin e dello Sichuan come lui, entrerà infine nel partito comunista cinese. Sul suo periodo anarchico, durante il quale fonda molte riviste, tra cui Minfeng [l'Avanguardia del popolo], e diverse organizzazioni, tra cui la Federazione dei giovani anarco-comunisti di Cina e una Società per lo studio del sindacalismo, vedere: Jiang Jun, "Lu Jianbo xiansheng zaonian de wuzhengfu zhuyi xuanchuan huodong jishi" [Cronaca delle attività di propaganda anarchica di gioventù di M. Lu Jianbo], in Ge Maochun, Jiang Jun e Li Xingzhi (a cura di, Wuzhengfu zhuyi sixiang ziliao xuan, vol. 2, pp. 1009-1022. Si noterà che Lu Jianbo collaborò a La Revista Blanca, la celebre rivista anarchica di lingua castillana, a partire dal 1926 (cfr. Vladimir Muñoz, Contribución a la historia del anarquismo español: correspondencia selecta de Federico Urales, s.l., Espoir, s.d., pp. 26-28), e che ha avuto uno scambio epistolare con Victor García (cfr. Escarceos sobre China, Mexico, Tierra y Libertad, 1962, pp. 141-142, 145-146 et 165-166). Secondo le ultime notizie, se non è morto, era professore di storia all'università del Sichuan e membro dell'Associazione mondiale degli esperantisti.
[30] Cfr. Lu Jianbo, "Huiyi suoji" [Schegge di memoria], citato da Hou Zhiping, "Ba Jin yu shijieyu jishi (1918-1994)".
[31] Cfr. Ba Jin, "'Xin zi' houji" [Postfazione a la Parola cuore], 20 giugno 1947, in Ba Jin quanji, vol. 17, 1991, pp. 345-348. L'opera di Lu Jianbo è uscita a Shanghai, nel 1947, presso Wenhua shenghuo chubanshe. Ba Jin, parlando del suo amico, scrive: "Un giovane pieno di energia", "dotato di una grande forza morale", "che mostra di avere grandi talenti", "è un rivoluzionario pronto a sacrificarsi per il suo ideale".
[32] Cfr. Li Cunguang, "Ba Jin zhuyi nianbiao [Quadro cronologico delle opere e delle traduzioni di Ba Jin], in: Ba Jin quanji, vol. 26, 1994, p. 516.
[33] Ba Jin, Destruction, chap. X (l’Amour et la Haine), p. 99 sq.
[34] « Junshe xuanyan » [Manifeste de la Société Égalité], Banyue, n° 21, 1er juin 1921. Nous citons d’après Ge Maochun, Jiang Jun et Li Xingzhi (éds), Wuzhengfu zhuyi sixiang ziliao xuan, vol. 2, pp. 534-537.
[35] Sur Banyue et le groupe éditeur : Ge Maochun, Jiang Jun et Li Xingzhi (éds), Wuzhengfu zhuyi sixiang ziliao xuan, vol. 2, pp. 1061-1062 et 1077.
[36] Cfr. Ba Jin, « Wode younian », p. 10.
[37] Vedere l'intervista accordata da Ba Jin a una studentessa italiana di nome Margherita Biasco riprodotta in Ba Jin quanji, vol. 19, 1993, cfr. p. 538.
[38] Ba Jin, "Xiaoxiao de jingyan", p. 410.
[39] Cfr. Li Cunguang, "Ba Jin zhuyi liushinian mulu" [Catalogo delle operte e delle traduzioni realizzate da Ba Jin nella'rco di sessant'anni], Sichuan daxue xuebao [Rivista dell'Università del Sichuan], n° 12 ("Ricerche sugli scrittori nati nello Sichuan"), novembre 1981, p. 4.
[40] Feigan [Ba Jin], "Wuyi jinian ganyan" [Impressioni per commemorare il 1° Maggio], Rensheng zazhi [La Voce degli uomini], Chongqing, n° 2, aprile 1921; ora in Ba Jin quanji, vol. 18, 1993, pp. 4-6.
[41] Feigan [Ba Jin], "Shijieyu (Esperanto) zhi tedian" [Le Caratteristiche dell'esperanto]; ora in Ba Jin quanji, vol. 18, 1993, pp. 7-9.
[42] Cfr. Hou Zhiping, "Ba Jin yu shijieyu jishi (1918-1994)", p. 377.
[43] Ba Jin, "Yipian xuwen" [Una prefazione], 4 ottobre 1982), in Ba Jin quanji, vol. 16, 1991, p. 447. Ce texte Questo testo fa parte della serie desi Suixiang lu.
[44] Feigan [Ba Jin], "IWW yu Zhongguo laodongzhe" [Gli IWW e i lavoratorio cinesi]; ora in Ba Jin quanji, vol. 18, 1993, pp. 10-13.
[45] Ibid., p. 12. Sugli IWW, vedere Larry Portis, IWW et Syndicalisme révolutionnaire aux États-Unis, Parigi, Spartacus, 1985.
[46] Ba Jin, "Xiaoxiao de jingyan", p. 410.
47. Le riviste anarchiche sono allora perseguitate un po' ovunque. Cfr. i diversi testi ufficiali riprodotti nella raccolta di materiali intitolata Zhongguo wuzhengfu zhuyi he Zhongguo shehuidang [L'Anarchismo cinese e il partito sociale cinese], Nanjing, Jiangsu renmin chubanshe, 1981.
48. Ba Jin, « Xiaoxiao de jingyan », pp. 409-410.
49. Cité par Tang Jinhai et Zhang Xiaoyun, in Ba Jin nianpu [Chronologie de Ba Jin], Chengdu, Sichuan wenyi chubanshe, 1989, t. 1, p. 58.
50. La collection complète de Banyue compte vingt-quatre numéros. Cf. Ge Maochun, Jiang Jun et Li Xingzhi (éds), Wuzhengfu zhuyi sixiang ziliao xuan, vol. 2, p. 1077.
51. Entretien avec Tan Xingguo : Tan Xingguo, Ba Jin de shengping he chuangzuo, p. 289 (et Ba Jin quanji, vol. 19, 1993, p. 514).
52. Feigan [Ba Jin], « Aiguo zhuyi yu Zhongguoren dao xingfu de lu » [Le Patriotisme et la voie du bonheur pour les Chinois], Jingqun [les Masses en alerte], Chengdu, n° 1, septembre 1921. Désormais dans Ba Jin quanji, vol. 18, 1993, pp. 14-17.
53. Cf. Ba Jin, « Xiaoxiao de jingyan », p. 413. L’article, qui n’a pas été repris dans les Ba Jin quanji, était signé Feigan : « Tuo’ersitai de shengping he xuesho » [La Vie et la doctrine de Tolstoï] (Pingmin zhi sheng [la Voix des gens du peuple], nos 4 à 6, 1922), et il puisait ses informations dans une étude de Huang Lingshuang, « Vie et Œuvre de Tolstoï », Xin qingnian [Nouvelle Jeunesse], vol. 3, n° 1, 1er juin 1917, et Ziyou lu [Annales de la liberté], n° 1, juillet 1917 (cf. Tang Jinhai et Zhang Xiaoyun, Ba Jin nianpu, t. 1, p. 63).
54. Sur Liu Shifu (1884-1915), voir, par exemple, la notice que lui consacrent Yves Chevrier et Choi Hak-kin dans Lucien Bianco & Yves Chevrier (éds), la Chine : dictionnaire biographique du mouvement ouvrier international, Paris, Éditions ouvrières et Presses de la FNSP, 1985, pp. 422-423.
55. Cf. Robert A. Scalapino & George T. Yu, The Chinese Anarchist Movement, Berkeley (California), Center for Chinese Studies, Institute of International Studies, University of California, 1961, p. 36 (adaptation française dans : Jean-Jacques Gandini, Aux sources de la révolution chinoise, les anarchistes, p. 75).
56. Le pseudonyme sous lequel il s’est rendu célèbre, Ba Jin, n’a été utilisé par lui qu’à compter de 1928. Sur le sens de ce pseudonyme, et la fausse légende qui s’y attache (le « Ba » ne renvoie nullement à Bakounine), voir : Angel Pino, « Ba Jin, sur l’origine d’un nom de plume », Études chinoises, Paris, vol. IX, n° 2, automne 1990, pp. 61-74.
57. Pour un panorama des groupes et des publications anarchistes chinois de l’époque, cf. Arif Dirlik, Anarchism in the Chinese Revolution, p. 14 sq. On trouvera une collection des éditoriaux de présentation de la plupart d’entre elles dans Gao Jun, Wang Guilin et Yang Shubiao (éds), Wuzhengfu zhuyi zai Zhongguo [l’Anarchisme en Chine], Changsha, Hunan renmin chubanshe, Collection de documents sur l’histoire de la pensée anarchiste, vol. 1, 1984, p. 13 sq.
58. Minzhong fut fondée en juillet 1922 et elle paraîtra jusqu’en juillet 1927. Elle s’était notamment fixé pour tâche de présenter les œuvres des penseurs libres et des révolutionnaires du monde entier. Elle donnera des traductions des écrits de Proudhon, Bakounine, Kropotkine, Jean Grave, Osugi Sakae, ou Emma Goldman. Voir Lu Zhe, Zhongguo wuzhengfu zhuyi shigao [Esquisse d’une histoire de l’anarchisme chinois], Fuzhou, Fujian renmin chubanshe, 1990, pp. 279-281.
59. Xuehui était le supplément du Guofeng ribao [le Vent national], journal dirigé par Jing Meijiu, publié à Pékin de 1922 à 1925. Cf. Jing Meijiu, « Zui’an » [Affaires criminelles], in Xinhai geming ziliao leipian [Matériaux sur la révolution de 1911], Pékin, Zhongguo shehui kexue chubanshe, 1981, pp. 54-160. Sur Xuehui proprement dit, voir Lu Zhe, Zhongguo wuzhengfu zhuyi shigao, pp. 281-285.
60. Le nom de cette revue est, dans sa transcription romanisée, identique à celui de la précédente, mais la graphie du caractère zhong est différente. Il fait référence au vœu, formé par ses responsables, de « se tenir au milieu des masses ». On se reportera à leur profession de foi, signée par [Li] Feigan (Ba Jin, donc), [Lu] Jianbo et quatorze autres de leurs camarades : « (Shanghai) Minzhong she chuban “Minzhong” banyuekan xuanyan bing fu tougao jianzhang » [Manifeste du bimensuel les Masses édité par la Société Les Masses (de Shanghai), suivi du règlement concernant l’envoi des manuscrits], Minzhong, n° 13, septembre 1925 ; reproduit dans Gao Jun, Wang Guilin et Yang Shubiao (éds), Wuzhengfu zhuyi zai Zhongguo, pp. 78-79.
61. Pour le détail, on se reportera à Li Cunguang, « Ba Jin zhuyi liushinian mulu », pp. 4-7.
62. « Women de xuanyan (“Pingdeng” fakanci) » [Notre manifeste (éditorial de présentation de l’Égalité)]. Première publication (sans mention d’auteur) : Pingdeng, vol. 1, n° 1, juillet 1927. Le texte figure désormais dans Ba Jin quanji, vol. 17, 1991, pp. 69-71. La revue, si on en juge par la collection conservée à l’Institut international d’histoire sociale d’Amsterdam, a eu au moins dix-huit livraisons : un numéro double, 17-18, est daté d’avril-mai 1929 (cf. Masao Nishikawa, « Japanische, Koreanische und Chinesische Periodika der Anarchisten und Sozialisten, 1905-1937 : Ein Bestandsverzeichnis des IISG, Amsterdam », in Bochumer Jahrbuch zur Ostasienforschung, Bochum, Studienverlag Dr. Norbert Brockmeyer, 1978, p. 492).
63. Ba Jin, « Xiaoxiao de jingyan », p. 409.
64. Sur le rapport de Ba Jin à Kropotkine : Hua Jian, « Kelupaotejin zhuyi de fuzaxing he Ba Jin qianqi sixiang de maodunxing » [La Complexité du kropotkinisme et les contradictions idéologiques de la première période de Ba Jin], Wenxue pinglun congkan [Collection de critique littéraire], n° 29 (numéro spécial sur la littérature contemporaine), s.l., Zhongguo shehui kexue chubanshe, 1987, pp. 244-257 ; « Lun Ba Jin yu Kelupaotejin » [Sur Ba Jin et Kropotkine], in Ai Xiaoming (éd.), Qingnian Ba Jin ji qi wenxue shijie [Le Jeune Ba Jin et son horizon littéraire], Chengdu, Sichuan wenyi chubanshe, 1989, pp. 297-314.
65. La lettre qu’il reçut du vieil érudit figure dans l’avant-propos, daté d’avril 1928, à la première partie de l’Éthique de Kropotkine que Ba Jin traduisit en France (Rensheng zhexue : qi qiyuan ji qi fazhan [la Philosophie de la vie : son origine et son développement], Shanghai, Ziyou shudian, septembre 1928) (cf. Ba Jin quanji, vol. 17, 1991, pp. 113-116). Elle est partiellement reprise dans la préface générale aux œuvres complètes de Kropotkine (Kelupaotejin quanji, vol. 2, Shanghai, Xinmin shudian, 1933), datée de mai 1935 et que Ba Jin a signée Heilang (ibid., pp. 158-160).
66. Kelupaotejin [Kropotkine], Gao qingnian [Aux jeunes gens], San Francisco, Pingshe, octobre 1937 (réédition : Shanghai, Pingming shudian chubanshe, janvier 1938). Le texte original de Kropotkine date de 1881. Nombreuses éditions en langues étrangères (cf. Max Nettlau, Bibliographie de l’anarchie [1897], Genève, Mégariotis Reprints, 1978, pp. 74-75) et rééditions.
67. Ba Jin, « “Gao qingnian” xu », p. 163. Et ailleurs, il note que cette brochure, au lendemain du Mouvement du 4 mai, a « ému je ne sais combien de jeunes Chinois » (« Xinyang yu huodong », p. 405). On rapprochera l’impression de Ba Jin à celle qui fut ressentie avant lui par un autre jeune anarchiste, Victor Serge (Kibaltchiche ; 1890-1947), à la lecture de ce même texte : « Une brochure de Pierre Kropotkine, sur ces entrefaites, me tint un langage d’une clarté inouïe. » Cf. Victor Serge, Mémoires d’un révolutionnaire (1901-1941), Paris, Le Seuil, 1951, pp. 14-15.
68. Voir l’entretien, déjà cité, accordé par Ba Jin, en octobre 1987, à la revue Xin wenxue shiliao, pp. 674-675.
69. « “Cong ziben zhuyi dao annaqi zhuyi” xu » [Préface à Du capitalisme à l’anarchisme]. Traduit d’après la version qui figure dans Ba Jin quanji, vol. 17, Pékin, 1991, p. 7. Voir aussi Feigan [Ba Jin], Cong ziben zhuyi dao annaqi zhuyi [Du capitalisme à l’anarchisme], Shanghai, Ziyou shudian, juillet 1930. Il s’agit d’une libre adaptation d’un ouvrage de Berkman : What is Communist Anarchism ? (New York, Vanguard Press, 1929), qui sera repris en 1936 sous le titre : Now and After : The ABC of Communist Anarchism (New York, Freie Arbeiter Stimme). Cf. Peter E. Newell, préface à : Alexander Berkman, ABC of Anarchism, Londres, Freedom Press, 1987.