Storia e documentazione di movimenti, figure e teorie critiche dell'esistente storico e sociale che con le loro azioni e le loro analisi della realtà storico-politica hanno contribuito a denunciare l'oppressione sociale sollevando il velo di ideologie giustificanti l'oppressione e tentato di aprirsi una strada verso una società autenticamente libera.
Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti
Bartolomeo Vanzetti
Nicola Sacco
Era nato nel 1891, da una famiglia di ciciasette figli a Torremaggiore.
Come per Vanzetti, gli anni passati al villaggio della loro infanzia erano i più belli ed i più dolci che abbai vissuto. A quattordici anni, abbandonava la scuola per andare a lavorare nei campi. Con suo fratello Sabino, sognava di viaggiare, di partire per le Americhe. Essi partirono un giorno del 1908 e sbarcarono a Boston Est.
Nicola aveva 17 anni. Sabino non sopportò a lungo l'esilio, la vita di immigrante e meno di un anno dopo ritorno al proprio paese. Nico resistette. Imparò un mestiere e diventò specialista nella fabbricazione di calzature. Nel 1913, aderì al gruppo anarchico locale "Circolo di Studi Sociali" e partecipò all'organizzazioni di convegni, nelle città vicine, distribuì volantini ed opuscoli, aprì sottoscrizioni per gli scioperanti ed accolse Tresca e Galleani, rivoluzionari anarchici molto noti. Nel 1916 il suo gruppo organizzò un convegno a Milford allo scopo di raccogliere dei fondi per sostenere gli scioperanti di una fabbrica nel Minnesota.
La prefettura non aveva autorizzato questa manifestazione, gli oratori furono arrestati e tra di loro anche Sacco. Fu condannato ad una multa ed è questa sola pena che ha contribuito al suo arresto nel tram di Brokton una notte di maggio.
Lettera di accettazione di Bartolomeo Vanzetti all'Editore
Sacco e Vanzetti
22 luglio 1925 Prigione di Charlestown
Caro signor Dumontais,
Da ieri sera sino a questa sera, ho riletto diverse volte la vostra lettera. Mi affretto ad accettare la vostra proposta ed è con gioia che Nicola e io rispondiamo alle domande dei vostri lettori.
Ecco il nostro caso. Ci hanno giudicato colpevoli in primo grado, cominandoci la pena di morte. Se la Corte suprema rifiuta un nuovo giudizio, la sentenza verrà eseguita. La grazia, se è possibile, potrebbe esserci accordata dal governatore. Ma nel nostro caso, questa grazia commuterebbe la nostra pena in carcere a vita. Per noi, accettare questa grazia sarebbe la stessa cosa che riconoscerci colpevoli.
Come accettare il carcere a vita dopo cinque anni di lotte, dopo aver speo 300 mila dollari, fatto tre proteste mondiali, dopo che i nostri compagni hanno sacrificato per noi sangue e libertà, dopo tutto quanto è stato fatto per noi? Come accettare la prigione, poiché siamo innocenti. Abbiamo detto spesso che vogliano la morte o la libertà.
Vi prego, signor Dumontais, fate tutto quel che potete in questo senso, dite a tutti che preferiamo la morte alla prigione... Che non bisogna dire né una parola ne dare un centesimo né muovere un dito per ottenere altra cosa che non sia la morte o la libertà.
Siamo innocenti. Viva l'anarchia.
Bartolomeo Vanzetti.
LINK al post originale:
Nicola Sacco et Bartolomeo Vanzetti
LINK ad un importante articolo di Giuseppe Galzerano sulle mistificazioni mai cessate per infangare la memoria di Sacco e Vanzetti: